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L’identità di un popolo, concretamente

In questi anni così aspri e ciechi si parla tanto di identità. Rivendicata, sbandierata, brandita, per difendere se stessi ma spesso soprattutto per isolare qualcuno. Al Festival di Sanremo, solo ospiti italiani (e un gran casino attorno al vincitore perché suo padre non è italiano). Sulle piattaforme in streaming, più contenuti in italiano: per legge. Alitalia deve essere italiana a qualsiasi costo. A Carnevale dolci gratis, ma solo per i bambini italiani. Il reddito di cittadinanza cerchiamo di darlo solo agli italiani, le case popolari pure. Le mense scolastiche solo per i bambini italiani. Le offerte in Chiesa solo per i poveri italiani. Poi ci vorrebbero meno stranieri nel calcio italiano; e in nazionale, ovviamente, “solo italiani” (cioè solo bianchi). “Solo latte italiano”. “Prima gli italiani”. Eccetera. L’elenco è infinito, siamo circondati. Passerà, ma intanto si è diffusa l’idea che l’identità sia una cosa monolitica, immutabile, nativista, fondamentalista: un’idea smentita dai fatti e sconfitta dalla storia, e per questo fasulla e perdente.

Ho lavorato a un reportage giornalistico su Milano, in questi mesi. Si intitola “Milano, Europa” ed è un podcast, in sei puntate. La quarta puntata è uscita oggi. Potete ascoltarla anche se non avete sentito le precedenti e non avete intenzione di sentire le successive. Si parla delle persone che vivono a Milano e della loro identità, ma si parla potenzialmente di tutte le nostre città e delle persone che le abitano. Milano è interessante, come punto di osservazione, perché il suo attuale momento di grande sviluppo – popolazione in aumento, natalità in aumento, tasso di occupazione femminile tra i più alti in Europa, reddito medio più alto d’Italia, eccetera – si è accompagnato a un grande aumento degli stranieri residenti, che oggi sono il 20 per cento. E in generale, com’è noto, Milano ha costruito la sua storia e la sua prosperità dal Dopoguerra in poi proprio sull’immigrazione, dal resto della Lombardia e dell’Italia. La cosa notevole, che ho cercato di ricostruire e raccontare, è che in tutto questo l’identità milanese non si è dispersa, non si è disciolta: è cambiata, ovviamente, ma si è rafforzata. Io sono arrivato in città nel 2010 e sono un pezzo di questa storia.

Ascolta “4. Chi sono i milanesi” su Spreaker.