Il solito copione
I calcioni che negli ultimi giorni Rosy Bindi e Dario Franceschini hanno riservato a Pier Luigi Bersani dimostrano quanto in fretta si possano sbriciolare le alleanze basate sulla reciproca sopravvivenza e non sulle idee: quella con Rosy Bindi fu siglata poco prima del congresso del 2009, a fronte di grandi e rilevanti differenze politiche; quella con Dario Franceschini addirittura poco dopo lo stesso congresso in cui proprio Franceschini era stato di Bersani il principale avversario. Il copione è noto, la strada è battutissima: si sta tutti con il leader che dà più garanzie a tutti, si veda quanto accaduto con Veltroni nel 2007 o con Bersani alle primarie del 2012; quando poi le cose vanno male liberi tutti, in cerca del prossimo salvatore della patria, finché dura. Salvo sorprese – che possono esserci, e passano eventualmente dall’elezione del prossimo presidente della Repubblica – le prossime tappe che il copione prevede sono: aumento quotidiano dei calcioni a Bersani da parte di suoi ex alleati, rabbia e impazienza contro Bersani, indebolimento radicale di Bersani, rimozione o dimissioni di Bersani, immediata beatificazione di Bersani, sostituzione o tentata sostituzione con nuovo salvatore della patria, e poi ricominciare il giro.