E se avessimo avuto un’altra legge elettorale?
Con ogni probabilità, sarebbe cambiato molto poco: come qualcuno ha già fatto notare, se ci sono tre schieramenti che prendono più o meno un terzo dei voti ciascuno e non vogliono allearsi l’uno con l’altro, c’è poco da fare. Per quanto i meccanismi tecnici possano incentivare o disincentivare certi meccanismi politici, non esistono soluzioni tecniche a problemi politici.
Maurizio Mastrolembo ha realizzato per Termometro Politico uno studio che simula cosa sarebbe accaduto se nello scorso febbraio si fosse andato a votare con un sistema uninominale a doppio turno di collegio, cioè il sistema preferito dal Partito Democratico. È uno studio interessante e accurato, consapevole anche della piccola forzatura che opera. Mostra una cosa semplicissima: a fronte di queste opinioni da parte degli elettori, persino un sistema uninominale a doppio turno avrebbe prodotto una situazione ingovernabile.
Quanto sopra va spiegato soprattutto a chi nel PD – soprattutto nei primi giorni dopo le elezioni – attribuiva parte delle responsabilità della sconfitta e del risultato ingovernabile a una legge elettorale che, invece che penalizzare il centrosinistra, lo ha cospicuamente rafforzato in relazione ai voti ottenuti. Ma vale anche per chi oggi pensa che “tornare a votare”, “cambiare la legge elettorale” o fare entrambe le cose possa di per sé risolvere lo stallo. Che invece è tutto politico, e quindi richiede soluzioni politiche.