Mica male Cameron
Oggi il primo ministro britannico, David Cameron, ha detto che, se sarà rieletto, il Regno Unito organizzerà un referendum sull’appartenenza del paese all’Unione Europea, dentro o fuori, da tenersi nel 2017. Non è detto che questa promessa sia una buona cosa per il futuro dell’Europa e per gli-umori-dei-mercati, specie in vista della prossima campagna elettorale nel Regno Unito: potrebbe destabilizzare aspettative e trattative, con conseguenze poco auspicabili. Non è detto nemmeno che sia una cosa negativa: quanto accaduto oggi si può leggere anche come un modo per Cameron di occuparsi da vicino dell’Europa e del suo funzionamento senza però scoprirsi a destra. Dal punto di vista della comunicazione e della gestione politica della prossima campagna elettorale, comunque, si tratta secondo me di una mossa ottima.
Innanzitutto mette al centro dell’attenzione un tema enorme, importante, infinito, divisivo, facendo parlare di quello – almeno per un po’, poi dovranno essere bravi a prolungare la cosa – invece che di molte altre cose scomode, a cominciare dalle complicate condizioni economiche del paese e dai discutibili risultati ottenuti fin qui dal governo. Non solo: per questi discutibili risultati viene indicato un possibile colpevole esterno, peraltro già non popolarissimo, nel più classico dei meccanismi de-responsabilizzanti. Il tutto viene fatto non in modo astratto ma proponendo uno sbocco molto concreto per queste istanze: addirittura un referendum per decidere l’eventuale uscita del Regno Unito dall’UE. Il referendum però è collocato abbastanza lontano nel tempo, nel 2017, così da: mettere la questione sul tavolo della prossima campagna elettorale, che il Labour vorrebbe giocare invece solo su crisi, crescita e tagli; scegliersi un possibile punto di divisione con gli avversari elettorali (noi siamo quelli che vogliono il referendum: voi?); tranquillizzare il partito per un po’, coprendolo a destra senza spostarlo a destra; permettere a Cameron di non prendere posizione subito sul tema.
L’ultima cosa è molto importante. Vale la pena di leggere il discorso di Cameron oggi: è molto lontano dalle tirate anti-europee di molti politici britannici (Cameron è uno dei più “europeisti” del suo partito), è interessante e denso di ragionamenti. Cameron dice che secondo lui è interesse del Regno Unito restare nell’Unione Europea, a patto che questa realizzi alcuni cambiamenti fondamentali: è una posizione legittima, non catastrofica o populista, per quanto poi si debba discutere del merito di questi cambiamenti (gli argomenti di Cameron non sono privi di contraddizioni). Ma appunto, Cameron dice: discutiamone. A lui va bene che si parli di quello: è una sua proposta, è un tema che si è creato lui, su cui confida di essere ben posizionato, su cui ha preso l’iniziativa invece che limitarsi a reagire, cosa che premia quasi sempre. Ora vediamo che cosa farà il Labour (molto consigliato un altro discorso recente e bello, di Ed Miliband). Nel Regno Unito le prossime elezioni si terranno entro maggio 2015.