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Perché Paul Ryan

La scelta di Paul Ryan come candidato vicepresidente, da parte di Romney, non risponde in prima istanza alla necessità di “galvanizzare la base”, “rilanciare l’entusiasmo dei repubblicani” o soddisfare gli ultraconservatori del partito, come leggerete molto oggi e domani su parecchie testate italiane. Certo, la scelta di Ryan fa anche quello, ma per fare quello e basta esistevano possibilità molto meno rischiose: su tutti Marco Rubio (che è pure della Florida, stato in bilico).

Ryan propone tagli, privatizzazioni e ridimensionamenti radicali alle pensioni e alla sanità: ha messo per iscritto e ha dato forma precisa, fornendo centinaia di dettagli, a tutte quelle cose che i democratici hanno evocato per mesi come spauracchio e da cui Romney ha tentato di stare alla larga restando sempre sul vago e limitandosi ad attaccare Obama. Questa tattica fin qui non ha funzionato, Ryan la ribalterà: si parlerà di proposte, di cose concrete, tutte molto controverse. Visto che gli americani hanno mostrato di fidarsi ancora in maggioranza di Obama, nonostante tutto, e di preferirlo umanamente a Romney, ora i repubblicani cercano di spostare il centro della discussione dalle persone alle policy. Questo aiuterà anche Romney, messo molto in difficoltà dagli attacchi personali dei democratici sulle sue tasse, sul suo conto in Svizzera, sul suo passato a Bain.

Il rischio fondamentale di questa scelta è ben riassunto così da Ryan Lizza:

I democratici tentano da mesi di associare Romney alle proposte politiche di Ryan. Ora Romney lo ha fatto per loro.

È una scelta da “o la va o la spacca” e solitamente “o la va o la spacca” lo dice chi ha le spalle al muro, ma occhio a considerare la scelta di Ryan una scelta “rischiosa” nello stesso modo in cui era stata “rischiosa” Sarah Palin per McCain. Quella sì era la scelta di un candidato centrista per galvanizzare la base (e lo fece, tra mille altri disastri). Ryan non è uno sprovveduto né un fuori di testa come Sarah Palin: ha idee radicali ma molto concrete e argomentate, ha scritto un piano di budget decennale e senza grandi aiuti lo ha fatto diventare la piattaforma ufficiosa del partito, è una persona umanamente gradevole, un gran secchione e un politico bravo nei dibattiti.

Qualche link per approfondire:

– altre valutazioni e riflessioni interessanti e precise: il post di Ryan Lizza di cui sopra, Ezra Klein, Christian Rocca (in italiano)
la pagina di Wikipedia su “The Path to Prosperity”, il piano con le proposte di Ryan
chi è Paul Ryan, in breve, sul Post
chi è Paul Ryan, in lungo, sul New Yorker: molto consigliato, racconta anche l’interessante genesi delle proposte di Ryan e un po’ della sua vita. Per esempio questo:

Il nonno, il bis-nonno e il bis-bis-nonno di Ryan sono morti tutti prima di compiere sessant’anni e quindi Ryan può essere perdonato se, a quarantadue anni, sembra essere uno che ha molta fretta. Alto e asciutto, con un ciuffo di capelli neri, a Washington è conosciuto per i suoi pesantissimi esercizi fisici mattutini quasi quanto per la sua conoscenza del bilancio federale. A chi gli ha chiesto le ragioni delle sue immediate critiche alla proposta di budget di Obama, appena presentata, ha risposto: “Io non ho tutto questo tempo”.