Scorciatoie
Chi legge questo blog da qualche tempo sa che non sono un fan dell’istituto dei referendum e della democrazia diretta. La democrazia rappresentativa, con tutti i suoi difetti, continua a piacermi molto più della democrazia diretta, con tutte le sue distorsioni populiste. Oggi, per la seconda volta, questa legge elettorale infame viene politicamente blindata dai referendum che volevano abrogarla. Per cambiare la legge elettorale basta votare un Parlamento migliore la prossima volta: e si può fare, si può fare, volendolo, persino con questa legge elettorale. Se no, allora ce lo teniamo e ce lo meritiamo (i referendum del 2009 contro il porcellum furono i meno votati nella storia della Repubblica, per dire). Non è la prima volta che una legge terribile viene blindata da referendum, vedi quanto successo con la legge 40. Prendersela con la Corte, poi, è particolarmente sciocco. Farlo come lo sta facendo Di Pietro, urlando al “regime” e alla “deriva antidemocratica”, vuol dire fare esattamente come Berlusconi dopo la sentenza sul lodo Alfano. Le intenzioni ammirevoli non bastano: contano i risultati, e non si possono sempre cercare scorciatoie.