Piccolo piccolo
«Nel Pd ci sono due linee su questi temi. Una linea ha il 2 per cento, l’altra il 98 per cento. Io capisco Ichino. Lui rappresenta quel 2 per cento e per farlo valere, per difenderlo ha bisogno di andare sui giornali tutti i giorni»
Questo è il genere di incontinenze verbali con cui Stefano Fassina ha avvelenato il dibattito politico del Partito Democratico negli ultimi mesi. Questa frase è innanzitutto di cattivo gusto: tira in ballo Ichino che non ha firmato la richiesta di dimissioni nei suoi confronti e anzi ha criticato la personalizzazione dello scontro politico, accusandolo di voler andare sui giornali tutti i giorni (quello è Fassina, che non ci riesce e se n’è anche molto lagnato). E in secondo luogo è una frase falsa, e tira fuori numeri a fronte dei quali sarebbe stato il caso di chiedere dettagli. All’ultimo congresso le idee di Ichino hanno ottenuto molto più del 2 per cento: Ichino stava con Marino, che prese da solo il 12 per cento, e aveva espliciti sostenitori in tutte le altre mozioni, compresa quella di Bersani. La proposta di legge Ichino sul lavoro è stata sottoscritta da 55 senatori, la maggioranza del gruppo del PD al Senato. Alla conferenza sul lavoro del PD a Genova Ichino ritirò responsabilmente il suo documento, su invito di Bersani, per non spaccare-il-partito. Ripagarlo con dichiarazioni del genere è da politici piccoli e persone ancora più piccole.