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In difesa di Enrico Letta

Uno dei fotografi presenti ieri alla Camera è riuscito a scattare una foto a Mario Monti mentre questo teneva in mano un biglietto, rendendone possibile la lettura del testo.

«Mario, quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono! Enrico»

Il biglietto era evidentemente di Enrico Letta (che lo ha rivendicato poco dopo) e ha scatenato secondo me qualche nervosismo di troppo. Premessa: parlerò evidentemente solo di chi ha criticato il biglietto in buona fede, e non di chi era in cerca di un qualsiasi pretesto per attaccare Letta (o Bersani, o il PD, o il centrosinistra).

L’argomento più diffuso contro Letta è: sta cercando posti di sottogoverno, che schifo. Argomento falso. In primo luogo perché è risaputo che i posti di governo e di sottogoverno erano stati offerti da Monti al PD, per rafforzare il suo governo, e il PD ha rifiutato. In secondo luogo perché, appunto, la cosa non sarebbe stata uno scandalo, anzi: secondo parecchie persone, tra cui lo stesso Monti, sarebbe stata opportuna e auspicabile per il bene del Paese. La “questione dei vice” è con ogni probabilità quella dei viceministri all’Economia – Monti, come sapete, fa sia il premier che il ministro dell’Economia – e non c’è niente di scandaloso nel fatto che i partiti che sostengono Monti siano coinvolti nella loro scelta, così come sono stati coinvolti nella scelta dei ministri. È giusto e naturale. Escluso che Letta stesse offrendo se stesso o altri esponenti del PD per l’incarico, quindi, quella che rimane è una educatissima e rispettosissima dichiarazione di disponibilità a dare una mano: “quando vuoi dimmi tu forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno“. Una cosa da ammirare (ricordate che era una comunicazione privata, non una dichiarazione pubblica).

Poi sono circolate altre obiezioni. Alcune stilistiche: ma queste cose si fanno così? Boh, dico io, che doveva fare, telefonargli? Mandargli un SMS o un’email? Cosa c’è di più discreto di un biglietto? E comunque: sarebbe stato diverso il vostro giudizio, in quel caso? Poteva chiedergli un appuntamento, certo, ma per una semplice dichiarazione di disponibilità a dare una mano forse sarebbe stata una richiesta irrispettosa verso lo stesso Monti, ché intanto c’ha un paese da salvare. Altra obiezione che è circolata: ma Letta non si sente ridicolo a scrivere, in sostanza, “mi manda Bersani”? Beh, succede che Letta sia effettivamente il vicesegretario del Partito Democratico, il cui segretario è per l’appunto Pier Luigi Bersani: che scriva “Bersani mi chiede di…” mi pare del tutto naturale. Altra obiezione: l’entusiasmo di Letta – “allora i miracoli esistono!” – è fuori luogo e inelegante. Può darsi, ma al massimo lo si può accusare di ingenuità ed eccessiva sincerità, mentre di norma ai politici si imputa l’esatto contrario.

Io penso che quel biglietto rappresenti una buona notizia. Per una volta, una comunicazione privata divenuta accidentalmente pubblica non ci dice niente che non sapevamo già, confermando che l’autore del messaggio – Enrico Letta, in questo caso – dice in privato quello che dice in pubblico: è molto contento di come si sono messe le cose e gli piacerebbe dare una mano a Monti, con le modalità che lo stesso Monti riterrà opportune. Mi piacerebbe che tutti ci sforzassimo di capire che tenere gli occhi aperti e vigili non vuol dire vedere sempre e comunque il male dappertutto – abbiamo avuto dei pessimi maestri, lo so – perché con questo cinismo morboso si vive una vita inutile e si travolge sempre qualsiasi cosa, il bene e il male. E di norma, a quel punto, quello che rimane in piedi è il male.