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Perché Cain è una bolla

I giornalisti americani si stanno appassionando a Herman Cain e all’assurdità del suo attuale momento di popolarità tra i repubblicani. Ci sono sondaggi che lo danno in testa in diversi Stati e persino a livello nazionale, a fronte del suo essere completamente improponibile, incompetente, improvvisato e senza un programma degno di questo nome (non che gli altri brillino, Romney e Huntsman a parte, ma lui è proprio sotto terra). Negli ultimi giorni, per esempio, è venuto fuori che in South Carolina la campagna elettorale di Herman Cain non esiste: non ci sono uffici, non ci sono operatori né volontari. Se uno vuole dargli una mano, fare del porta a porta o delle telefonate, distribuire volantini, non ha nessuno da chiamare per offrirsi. La stessa cosa accade addirittura in Iowa, in New Hampshire, in Florida. I frutti di questo periodo assurdo potranno prolungare la durata dei 15 minuti di celebrità di Herman Cain – ieri il suo capo dello staff ha detto che in ottobre hanno raccolto un milione di dollari la settimana – ma io non vedo come questa ascesa possa non fare la stessa fine di quelle di Donald Trump, Michele Bachmann e Rick Perry. Specie se poi i molti soldi raccolti vengono investiti nella diffusione di spot come questo (guardatelo, ne vale la pena).