Questo sito contribuisce alla audience di IlPost

Cosa ci dice l’ascesa di Herman Cain

Domani sera in New Hampshire si terrà un dibattito tra i candidati alle primarie repubblicane. Il disegno qui sopra mostra quale sarà la collocazione dei candidati sul palco. Come l’accesso dei candidati ai dibattiti è regolato dai numeri dei sondaggi, infatti, così anche la posizione sul palco è determinata dal gradimento degli elettori. Alla luce del suo recente crollo nei sondaggi, Rick Perry non occuperà più la zona centrale insieme a Romney ma si troverà leggermente defilato alla sinistra del conduttore (che sarà Charlie Rose). Al centro, accanto a Romney, ci sarà Herman Cain.

Cain è un candidato improbabile. Non ha mai ricoperto alcun incarico elettivo o di governo, e la sua esperienza nel settore privato si deve principalmente al periodo in cui ha diretto la catena di pizzerie Godfather’s Pizza. È molto meno noto di tutti i suoi avversari. Inoltre è nero, dettaglio che certo non lo aiuterà a vincere le primarie repubblicane. Se però i primi dibattiti e la crescente attenzione della stampa hanno ridimensionato candidature piuttosto quotate – si pensi a Michele Bachmann, oltre a Rick Perry – Herman Cain si è rafforzato settimana dopo settimana. Oggi in New Hampshire i sondaggi lo danno secondo dietro Romney. Lo stesso accade a livello nazionale. In North Carolina Cain sarebbe addirittura in testa. Cain diventa sempre più noto e diventando più noto diventa anche più popolare: meccanismo incoraggiante e non scontato. I dibattiti televisivi gli stanno comprensibilmente dando una grossa mano. La raccolta fondi invece è andata piano, almeno finora.

Salvo cataclismi, io non credo che Cain abbia grandi speranze di vincere le primarie repubblicane: la sua ascesa è destinata almeno in parte a rientrare, così come erano rientrate quelle di Donald Trump, Michele Bachmann e Rick Perry. Penso però che quanto sta accadendo a Cain confermi quanto un grosso pezzo dell’elettorato repubblicano sia insoddisfatto dei candidati a sua disposizione. Questo rafforza la posizione di Romney come candidato inevitabile, certo. Ma suggerisce anche di mantenere una certa cautela, perché quello che succederà negli Stati che voteranno a gennaio – Iowa, New Hampshire, Nevada, South Carolina – può completamente resettare la gara. E a quel punto le ascese momentanee di questo o quel candidato saranno tutt’altro che ininfluenti.