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Pisapia e Ferrante

Dei dati sulle elezioni di Milano pubblicati poco sotto, uno salta all’occhio più degli altri: a questo giro Giuliano Pisapia ha ottenuto più o meno gli stessi voti che Bruno Ferrante aveva ottenuto nel 2006 quando era candidato con il centrosinistra. Si possono dare varie letture di questo dato, più o meno fondate. La mia idea è che per Pisapia avere confermato i voti di Ferrante nel 2006 sia stato un gran risultato, e non perché sia un candidato di minor valore (non lo è affatto, anzi).

Bisogna infatti tenere conto del tipo di voto che fu quello del 2006. Il centrosinistra arrivava a quelle elezioni comunali con il vento in poppa: nel 2005 aveva stravinto le elezioni regionali – undici a due, vi ricorderete: la più netta vittoria del centrosinistra nella seconda repubblica – mentre nel 2006, ad aprile, aveva sconfitto Berlusconi e vinto le elezioni politiche. A Milano si andò a votare alla fine di maggio: in piena luna di miele. Non solo. Nel 2006 lo scenario politico era stra-polarizzato. Il terzo candidato dopo Moratti e Ferrante prese appena lo 0,2 per cento dei voti. Ferrante era sostenuto da un sacco di liste – tra queste anche quelle del partito dei Pensionati, dell’Udeur e della lista Consumatori – e non aveva concorrenza né a sinistra né al centro. Inoltre, va detto che nel 2006 non era ancora scoppiata la famosa “ondata dell’anti-politica”: non era uscito il libro “La casta”, non esisteva il politico Beppe Grillo e quasi non esisteva nemmeno il dipietrismo come dottrina politica (giudiziaria sì, come sappiamo). Ferrante correva in discesa, insomma.

Quest’anno lo scenario politico è radicalmente diverso. Il centrosinistra, sia quello nazionale che quello lombardo, arrivava da una serie di pesanti sconfitte elettorali. Di liste e candidati ce n’erano parecchi: Pisapia era sfidato a sinistra dal Movimento 5 Stelle e a destra dal Terzo Polo, che hanno raccolto rispettivamente il 3,2 e il 5,5 per cento. Il clima politico, lo sappiamo bene, è di generale sfiducia nei partiti: tempo di voto di protesta (quasi inesistente nel 2006 a Milano) e astensionismo di sinistra. In questo contesto Giuliano Pisapia è un sessantenne ex parlamentare di Rifondazione Comunista, teoricamente più esposto al logoramento centrista, al populismo giovanilista e agli attacchi della destra. Pisapia correva in salita, insomma, e che salita.

Alla luce di tutto questo, il fatto che Pisapia abbia preso gli stessi voti di Ferrante nel 2006 – che non vuol dire non averne presi a Letizia Moratti, ovviamente – è un risultato superlativo, sicuramente una gran vittoria. Comunque dovesse andare a finire al ballottaggio.