Questo sito contribuisce alla audience di IlPost

È che sono scarsi

Una delle cose che mi viene detta più spesso, riguardo le cose che faccio su questo blog, è che passo più tempo a prendermela con la sinistra italiana invece che con la destra, nonostante i difetti e i problemi provocati dalla seconda siano indubbiamente più grandi e pericolosi di quelli causati dalla prima. La mia risposta è sempre la stessa, ma c’è da premettere una cosa. Gli unici che si trovano con frequenza quasi quotidiana a dover rispondere a questa obiezione, quasi giustificandosi, sono quelli che criticano il centrosinistra da posizioni liberali. È legittimo, eh, ma faccio notare il dato. Quelli che criticano il centrosinistra da posizioni più estreme (vendolismi e comunismi vari) o da posizioni più ortodossamente di destra (dipietrismi e populismi vari) hanno la wild card: possono fare un mantra delle critiche alla sinistra e costruirci sopra partiti e fortune elettorali, senza per questo sentirsi chiedere quotidianamente “Perché non la smetti di criticare Bersani, ché quegli altri sono peggio?”. Dicevamo, comunque: la mia risposta è sempre la stessa.

Certo: penso anch’io che quello che è e quello che fa la destra italiana sia purtroppo molto più rilevante e pericoloso di quello che fa e che è la sinistra italiana, e non solo perché la prima è al Governo. Ma questo è un blog personale e la scelta delle cose di cui scrivo non ha a che fare con nessun criterio di rilevanza pubblica: scrivo di quello che mi va quando mi va, di politica estera e poi della Roma e poi di un disegno di legge e poi di un hambuger. Se mi capita di scrivere dei difetti della sinistra italiana più di quanto lo faccia con quelli della destra italiana, è perché la prima mi sta a cuore: perché me ne sento parte, perché vorrei fosse migliore di com’è, perché vorrei che la sua identità concreta fosse più vicina alle sue aspirazioni ideali (che poi sono, semplificando molto, far stare meglio possibile il maggior numero possibile di persone, cominciando da quelli che stanno peggio degli altri).

La linea editoriale di questo blog è e rimane questa. Poi ci sono volte che è il caso di fare delle eccezioni. Come spesso accade, le circostanze straordinarie mettono in evidenza come poche altre cose le qualità e le mediocrità delle persone. E quello che sta facendo il Governo italiano da quando sono scoppiate le rivolte in Nordafrica e Medio Oriente è sintomatico di una mediocrità che fa spavento. La politica del Governo sull’immigrazione, già contraddittoria e malfunzionante, è implosa del tutto in meno di sessanta giorni: l’emergenza imminente è stata sbandierata fin dall’inizio di febbraio, aspettandola senza far nulla per attrezzarsi. La posizione del Governo sulla Libia è altrettanto ridicola: diamo le basi ma con dispiacere, pensiamo che la nostra calorosa e vergognosa amicizia con Gheddafi ci faccia meritare qualche credito dai nostri alleati e non giustamente diffidenza e sfiducia, mandiamo gli aerei ma giurando che non sparano, appoggiamo la no-fly zone ma lavoriamo per una soluzione politica, proponiamo un “piano italo-tedesco” prima sui giornali e poi alla Germania, che giustamente si volta dall’altra parte.

Salvo qualche rara eccezione, è così per tutto il resto: giusto per dirne un’altra, basti pensare a come il debito pubblico continui a salire nonostante lo strombazzatissimo “rigore” imposto al Governo dal ministro Tremonti e l’assenza di qualsiasi politica sociale per limitare gli effetti della crisi economica sulle vite delle persone. Non è solo che hanno idee sbagliate o che sono di destra: è che sono scarsi. Avercelo, un governo di destra. La mediocrità di questo Governo è tale che per quanto confusa, scombinata e deludente possa essere l’alternativa, il giorno che arriverà ci sarà da festeggiare e basta. Se nel frattempo riusciamo a costruirla più solida, credibile e moderna di quella dell’altra volta, meglio ancora. Non fosse altro che per non trovarci di nuovo questi cialtroni tra i piedi dopo due anni.