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Il mondo è grande

Oggi a un certo punto mi sono incazzato. È successo quando ho girato sui social network un aggiornamento sulle rivolte in Egitto e il primo commento che ho ricevuto – su Facebook – faceva riferimento a Berlusconi, tipo che anche noi abbiamo il nostro Mubarak.

Non ce l’ho con la persona che ha scritto quel commento e non mi interessa nemmeno fare la solita tirata sul fatto che no, Berlusconi non è Mubarak. Il motivo per cui mi sono incazzato è un altro: che in otto mesi di lavoro al Post ho letto i commenti a migliaia di articoli e ho scoperto come praticamente quasi qualsiasi articolo, di qualsiasi fatto parli, suscita sempre almeno un commento che mette in relazione quel fatto a Berlusconi. Parli della crisi politica in Giappone e qualcuno sente il bisogno di mettere la cosa in relazione a Berlusconi (“almeno lì si dimettono!”). Parli dello Stato dell’Unione e qualcuno sente il bisogno di mettere la cosa in relazione a Berlusconi (“almeno loro hanno Obama!”). Parli di un politico corrotto in Irlanda e qualcuno sente il bisogno di mettere la cosa in relazione a Berlusconi (“sapessero quanti ne abbiamo noi!”). Parli dell’estinzione dei panda e qualcuno sente il bisogno di mettere la cosa in relazione Berlusconi (“purtroppo certe specie non si estinguono mai!”). E via dicendo.

Sia chiaro, non è che non avete ragione. E capisco che, anche al netto di tutte le esagerazioni, per noi italiani la presenza nel mondo di Berlusconi è un problema molto più pressante della presenza nel mondo di Mubarak. Ma non si può far girare la propria testa e le proprie opinioni sempre e solo attorno a Berlusconi. Davvero, ci si ammala: si perdono lucidità e senso della misura. Dite sempre, giustamente, che in Italia le cose non cambiano mai. Dite sempre, giustamente, che il mondo moderno ha perso i suoi confini, che siamo tutti collegati, eccetera. Allora vi propongo un fioretto: per 48 ore smettete di occuparvi di Emilio Fede, alzate il naso, accendete la tv e mettete su Al Jazeera, che sta trasmettendo la Storia. L’Italia è sempre uguale, ma per fortuna il mondo è grande.