Leader che non lo sono
Più delle cose che Sarah Palin ha detto nei mesi che hanno preceduto la strage di Tucson, io sto trovando triste e inquietante il suo silenzio nei giorni che sono seguiti alla strage di Tucson. Sono d’accordo con i molti che in questi giorni hanno detto che è sbagliato affibbiare a Sarah Palin la colpa della follia di un disgraziato, specie se di questo disgraziato non si sa praticamente niente che non sia il suo nome.
Resto anche dell’idea che avevo espresso ai tempi dell’aggressione a Silvio Berlusconi, però: chi gode della stima e della fiducia di molte persone dovrebbe fare più attenzione degli altri a cosa dice e a come lo dice. Che da un grande potere derivano grandi responsabilità non vale solo per Spiderman o per Wikileaks, ma per chiunque abbia in mano un pezzetto delle sorti del pezzetto di mondo che abita. Non è colpa di Sarah Palin se Jared Loughner ha ucciso sei persone. Ma questo è il momento in cui una persona ascoltata e influente quanto è Sarah Palin negli Stati Uniti dovrebbe mostrarsi all’altezza del ruolo di leader e guida cui ambisce, come opinionista o come aspirante presidente. Invece abbiamo quattro righe su Facebook e quattro righe spedite via email a Glenn Beck. È una cosa deprimente e indice, questo sì, di una microscopica personalità e di una gigantesca inadeguatezza.