Questo è il Partito Democratico
La storia di Renzi ad Arcore sta sollevando un divertente ingarbugliamento di accuse. Alcuni dei più esagitati tra i fan di Renzi urlano al tradimento: era puro fino all’altro ieri, ora evidentemente non va più bene. Altri sono sorpresi: da lui non me l’aspettavo. Altri ancora ne difendono il pragmatismo, sebbene spesso siano stati asperrimi critici del pragmatismo inciucista di D’Alema. Quelli a cui Renzi sta un po’ più antipatico approfittano dell’episodio per criticarlo molto e dire: visto? ve l’avevamo detto che non c’era da fidarsi, che non era di sinistra. Incidentalmente sono gli stessi che solitamente difendono molto il pragmatismo responsabile di D’Alema e Bersani. Ora addirittura mandano in giro i retroscena di Repubblica, che improvvisamente considerano equilibrati e affidabili. Quando i due tipi si incontrano, la conversazione diventa surreale: i dalemiani danno dell’inciucista ai renziani e citano Repubblica, i renziani danno dell’irresponsabile ai dalemiani e citano Bersani, in un angolo strepitano quelli che inciucisti lo erano già, sospettosi da ancor prima, perché loro la sanno lunga e da sempre. Bersani riceve da mesi la critica pelosa per cui non-fa-abbastanza-opposizione dal fronte più populista dell’elettorato di sinistra e dall’IdV, e se n’è molto lamentato: stavolta approfitta di quel populismo e, invece di difendere Renzi, solletica gli umori di chi ritiene inopportuno l’incontro del sindaco di Firenze col premier. Lo fa con un argomento obliquo, però: la location, Arcore, era sbagliata. Lo dice lui che ad aprile disse che proprio ad Arcore sarebbe andato “a piedi”, se si trattava di discutere dei problemi del paese. Si potrebbe continuare. Questo è il Partito Democratico. I suoi dirigenti sono quello che sono. Ma non potrebbero permettersi un sacco di cose, se il suo elettorato avesse qualche maturità e autonomia di pensiero in più.