Finiani a propria immagine
Io capisco il malumore istintivo rispetto alla scelta dei finiani di votare la retroattività della legge costituzionale sullo scudo alle alte cariche dello stato, il cosiddetto lodo Alfano costituzionale, ma all’istinto dovrebbe poi seguire la ragione, e la ragione dice che i finiani non hanno mai – mai, nessuno e in nessun momento – sostenuto che non erano d’accordo e non avrebbero votato la legge costituzionale sullo scudo alle alte cariche. E non hanno mai nemmeno nicchiato, sull’argomento: lo stesso Fini a Mirabello disse che “pensare a scorciatoie per via giudiziaria per togliere Berlusconi di mezzo rappresenterebbero davvero una lesione della sovranità” e che bisognava pensare a “leggi che tutelano il capo del governo: non la cancellazione dei processi, ma la loro sospensione”, e lo ha ripetuto un sacco di volte da quel giorno, lui e i suoi. Dice: non era obbligatorio votare la retroattività. Ma evidentemente senza retroattività la legge non serve a niente, visto che la sua ratio è tutelare il capo del governo da interferenze giudiziarie nel corso del suo mandato. Insomma, magari i finiani hanno torto, ma questa è una cosa che rivendicano. Non c’è nessun tradimento, niente di niente, riponete l’indignazione: non si può pretendere di estendere i propri desideri a chi ne ha di diversi e poi lamentarsi quando questi non hanno seguito.
update: e però anche Fini dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso. Perché, mi segnalano, una settimana fa aveva chiesto che il lodo Alfano non fosse retroattivo – disinnescandolo, quindi, in contraddizione con le ragioni esposte a Mirabello – e poi ieri i suoi hanno votato la retroattività, contraddicendo lui.