E bentornati
Poi forse ci abitueremo, e il trentatreesimo minatore salterà fuori dalla capsula che saranno rimasti in pochi a guardarlo, a parte i suoi cari. Ma assistere alla scena del primo minatore che torna in superficie, con tutti che applaudono e suo figlio che gli salta al collo, è stato davvero emozionante: è stata la prima cosa che ho visto stamattina, appena sveglio prima dell’alba, e mi ha commosso. Man mano che salgono su, uno dopo l’altro, l’emozione di noi osservatori esterni si placa, confortati dal successo dei precedenti salvataggi. E allora si notano altre cose. Il circo che lamenta Gramellini, cedendo alla tentazione di descrivere un immaginario “trentaquattresimo minatore”, io lì fuori non lo vedo. Certo, una volta in superficie ognuna di quelle persone deciderà cosa fare delle attenzioni della stampa mondiale. Qualcuno esagererà, forse. D’altra parte, difficilmente in Italia saremmo riusciti a non mettere in piedi una cosa tipo l’uscita dalla casa del Grande Fratello, con i cartelli e le urla e gli amici invasati. Ma intanto le immagini dalla miniera ci mostrano un’altra storia, una sobrietà e una dignità composte, sorprendenti e invidiabili. Non ci sono sceneggiate epocali tra i parenti. Il presidente ha assistito ai primi cinque salvataggi e poi è andato via. Nessuno si è messo in posa per nessuna foto. I giornalisti osservano e fotografano, ma da lontano. Tutto è organizzato alla perfezione. Non c’è nessuno che sbraca, mai: l’unico fuoriprogramma c’è stato quando il secondo minatore a essere salvato ha aperto una borsa, piuttosto divertito, e ha regalato delle pietre a chi stava fuori. Souvenir dalla miniera.