Cosa sei disposto a perdere
Dalle elezioni politiche del 2008 fino alle elezioni regionali del 2009 in Sardegna, la segreteria di Veltroni si resse sull’alleanza tra i popolari e i veltroniani. Gli stessi che, in occasione dell’ultimo congresso, si sono schierati a sostegno di Dario Franceschini e hanno costituito, subito dopo le primarie, la corrente di minoranza Area Democratica. A freddo, il documento promosso da Veltroni, i nomi di chi l’ha firmato e i nomi di chi non l’ha firmato, ci mostrano un solo fatto politico rilevante: che più o meno la metà della corrente di Veltroni non sta più con Veltroni.
La stessa lunga lettera di Veltroni su Repubblica di oggi tradisce la debolezza dell’intera operazione. Perché la risposta più decisa è riservata alla più risibile delle accuse, quella di voler fare il candidato alle primarie, mentre nemmeno una parola è dedicata a chi ha chiesto perché il modello di partito che descrive e la sua gestione non hanno funzionato la volta passata. Per la ripetizione ossessiva di un mantra fasullo: discutere è dividersi, almeno all’inizio, e non è necessariamente una cosa negativa: si abbia però il coraggio di dirlo e di spiegare a cosa è servito il congresso. Per l’eccessivo ed ennesimo indugiare sul trattamento subìto quando era segretario, con tanto di esplicito riferimento a Red e a D’Alema: il malessere di Veltroni è comprensibile e in parte anche giustificabile, ma non può essere un argomento politico.