La supercorrente
Trovo sinceramente deludente il ritorno in campo di Walter Veltroni e il documento che ha promosso. Non tanto nei suoi contenuti – ho scritto più volte che quella visione del partito e del Paese mi convince molto di più di quella che ha vinto il congresso del PD – quanto per la sua totale e imbarazzante mancanza di autocritica, di spiegazioni. Veltroni non spiega perché non è riuscito a far funzionare la sua ricetta la scorsa volta, eppure nel ripresentarla dovrebbe spiegare se crede che il fallimento sia stato colpa sua o colpa della ricetta: delle due l’una. Veltroni presenta i suoi argomenti in modo disonesto, ignorando che il PD al 25 per cento ce lo ha portato lui. Veltroni cade in almeno due contraddizioni gigantesche, pur di colpire Bersani: la prima quando auspica che il candidato premier del PD sia esterno al PD, lui che si batteva come un ossesso perché in un partito a vocazione maggioritaria la figura del segretario e quella del candidato premier coincidessero; la seconda quando lamentando il logoramento subito si candida a diventare il nuovo logoratore, annunciando la costituzione di un “Movimento” che non si può che immaginare strutturato, organizzato, coordinato.
Dice che non è una corrente: in realtà è una supercorrente. Per quanto determinate idee contenute in quel manifesto siano sensate, condivisibili e adeguate ai tempi, il giudizio non può prescindere dalla sua ridicola pretesa che il passato non esista e dall’identità e le storie dei suoi promotori e firmatari. In primo luogo da un Veltroni che continua a cercare un nuovo vestito per andare alla festa: ora lo si accusa di essere un liberista destrorso, ai tempi dei DS era il padrino del Correntone di Mussi. Poi appunto da quella degli altri firmatari. Parlare con Fioroni di rinnovamento e lotta al conservatorismo è un danno innanzitutto per chi a quelle cose lì ci crede e ci lavora seriamente: la lotta al conservatorismo di sinistra e alla demagogia, la vocazione maggioritaria del Partito Democratico, il rinnovamento delle classi dirigenti, il rafforzamento del centrosinistra perseguito attraverso l’attrazione di nuovi elettori e non di nuovi partiti. Detto con un rispetto e un affetto che non sono di circostanza: se Veltroni vuole dare una mano alle cose politiche di questo paese, dispensi pure tutti gli utili consigli e i contatti di cui è certamente in possesso: ma faccia dieci passi indietro, lasci stare e lasci fare ad altri.