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Il mondo in balìa di un idiota e di diverse migliaia di violenti

Si discute molto in giro – più negli Stati Uniti che da noi, ma anche da noi – di quale dovrebbe e sarebbe dovuto essere l’atteggiamento dei mezzi di informazione nei confronti di Terry Jones, il matto che avrebbe o aveva intenzione di bruciare un Corano in occasione del nono anniversario dell’11 settembre 2001. Oggi Mario Calabresi ne scrive delle cose molto sensate sulla Stampa, fermandosi però a un passo dal punto.

Puoi decidere di ignorare il pastore, ma come fai a tacere il fatto che nel frattempo il Papa, il segretario delle Nazioni Unite, il comandante delle truppe americane in Afghanistan e il Presidente degli Stati Uniti stanno lanciando appelli proprio a quel pastore e alla sua minuscola congrega di fedeli? Puoi decidere di non mettere nulla sul giornale, ma all’ora di pranzo le agenzie battono il comunicato dell’Interpol in cui si parla di «rischio di attacchi globali». Qualche minuto e in una manifestazione antiamericana a Kabul ci scappa il primo morto.

È questo il punto. Terry Jones è con ogni evidenza un bigotto fondamentalista in cerca di pubblicità, ma i giornali non possono non occuparsene, dal momento che se ne occupano la presidenza degli Stati Uniti, l’Unione Europea, l’ONU, l’Interpol, il Papa e via dicendo. E perché se ne occupano? Perché hanno a cuore che non si brucino dei libri, cosa legale nella totalità dei paesi democratici? No. Perché hanno paura. Perché per ogni bigotto fondamentalista come Terry Jones ci sono purtroppo centinaia e centinaia di bigotti fondamentalisti e violenti che sono pronti a uccidere decine di persone come ritorsione di fronte a un rogo del Corano. Potrei fare l’esempio facile del buddismo, e per quanto sensato sarebbe appunto facile. Ma se domani una setta satanica annunciasse un pubblico rogo di Bibbie nel giorno di Natale, cosa succederebbe? Direbbe qualcosa il Papa, forse. Forse anche Berlusconi, vista l’impronta clericale del suo governo. Stracquadanio proporrebbe di mandare la polizia ad arrestare la setta satanica, e a sinistra per questo ci si arrabbierebbe pure (giustamente!). Poi finirebbe lì. Se qualcuno vuole bruciare il Corano, invece, la cosa interessa all’ONU e all’Interpol: e questo perché ci sono centinaia di persone ben più fondamentaliste e violente di Terry Jones.

Stabilire un nesso tra causa ed effetto è sbagliato e soprattutto molto pericoloso perché, come spiega Giovanni Fontana, equivale a dare a ciascuno di noi il diritto e la giustificazione a compiere qualsiasi violenza di fronte a quello che per noi e solo per noi rappresenta una provocazione, e guai a metterci il naso. Anzi, addirittura ci giustifica a compiere qualsiasi violenza di fronte anche solo alla minaccia, come nel caso di Terry Jones, di qualcosa che per noi rappresenta insindacabilmente una provocazione. Dare al matto della Florida la responsabilità della gente che è morta e purtroppo forse morirà ancora nel corso delle proteste di questi giorni equivale – ho detto equivale – a dare a chi brucia la maglietta di Totti – anzi: a chi minaccia di bruciare la maglietta di Totti – la colpa dell’accoltellamento di un tifoso laziale, per opera di un imbufalito ammiratore del Capitano.