Questo sito contribuisce alla audience di IlPost

Il punto più basso

Al Foglio ci ridono su e probabilmente fanno bene, ma la copertura dei mondiali in Sudafrica da parte della RAI è veramente il punto più basso raggiunto dal servizio pubblico. Voi direte che c’è di peggio, che c’è il trash, ci sono i reality, c’è “La vita in diretta”, eccetera: ma non è vero. “La vita in diretta” fa schifo, ma è probabilmente quello che deve essere. La stessa cosa vale per i reality: possono piacervi o no, ma sono quella cosa lì. La copertura dei mondiali dovrebbe essere invece un prodotto giornalistico. Dovrebbe essere IL prodotto giornalistico, per una redazione sportiva di un paese come l’Italia. Invece ne viene fuori uno spettacolo tristemente trash, di quel trash involontario e inconsapevole che è molto peggiore di quello dichiarato ed esplicito, che è spesso consapevole e autoironico (poi sì, non sanno fare neanche quello, ma lasciamo stare).

La copertura RAI dei mondiale è al livello dei peggiori canali sudamericani, con tutto il rispetto per i canali sudamericani, ma senza il folclore circense dei canali sportivi sudamericani. Vorrebbero fare i professionisti, i grandi esperti, ma tutto quello che riescono a fare è inanellare luoghi comuni su luoghi comuni, frasi fatte su frasi fatte. Protagonista un’imbarazzante sfilata di personaggi inutili: Varriale, D’Amico, Galeazzi, Costanzo, Ferrari, Mazzocchi, Collovati, Bagni. Non ce n’è uno in grado di fare un commento dignitoso. Sarebbe difficile mettere insieme un gruppo più mediocre, difficile almeno quanto realizzare una trasmissione brutta e noiosa per raccontare una cosa come i mondiali di calcio: alla RAI ci riescono benissimo. Stasera niente calcio, però. Mentre il resto del mondo si guarderà Brasile-Costa d’Avorio, la televisione pubblica italiana trasmetterà “Una voce per Padre Pio”, con Massimo Giletti ed Emanuele Filiberto. Che dire.