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Capotavola

Una delle ragioni per cui Foreign Policy è una delle riviste più belle e interessanti del mondo, è la capacità di muoversi con formidabile semplicità tra analisi complesse e documentate e contenuti più leggeri e sbarazzini. Il tutto senza che le analisi siano particolarmente noiose e senza che le cose più leggere siano particolarmente frivole. Prendete, per esempio, questo bel pezzo di oggi. Si intitola Running the table e il sottotitolo («How to beat your uncle in a foreign-policy debate at Thanksgiving dinner») spiega di cosa si tratta: una serie di brevi, precise e documentate risposte per avere la meglio nelle classiche discussioni sulla politica – in questo caso, soprattutto estera – che nascono ai pranzi o alle cene coi parenti (oggi in America è il giorno del ringraziamento). Dall’Afghanistan all’Iran, da Israele alla riforma sanitaria, le risposte migliori al campionario di frasi fatte che si è soliti tirar fuori su queste vicende. Qualora la conversazione non dovesse decollare, poi, ci sono anche i link a diverse notizie interessanti da poter buttare sul tavolo e vedere se ne nasce qualcosa.