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A freddo

L’avevo scritto in un commento, tanto vale metterlo qui. Penso che il Nobel a Obama sia prematuro e allo stesso tempo meritato. Penso che sia prematuro in relazione agli obiettivi che Obama si è dato e alle aspettative che tutti nutriamo nei suoi confronti. Ma c’è una ragione per cui nutriamo quelle aspettative, e quella ragione sono le cose fatte finora. Quelle cose, secondo me, da A more perfect union alla spinta per il trattato di messa al bando delle armi nucleari, dall’esempio che è stato nell’ultimo anno alle cose che sta già facendo per portare un po’ di ragione e giustizia nel mondo, lo rendono già oggi meritevole del Nobel, specie considerato il metro (a dire il vero un po’ lasco) con cui questo premio è stato assegnato ultimamente.

Obama è già nella storia: per questo lo aspettiamo al varco. La domanda che dovevano farsi quelli del Nobel, secondo me, è: posto che glielo potremmo dare anche oggi, non vogliamo scommettere su di lui? Oppure siamo pronti a dargliene un altro tra tre o quattro anni? Ecco, ora che ci penso, questo Nobel rischia di essere quasi un downgrading per Obama. Come a dire: bravo, il tuo l’hai fatto. Invece no. Ha già fatto tanto, e bisogna essere veramente cinici per non rendersene conto, ma tutti speriamo che faccia talmente tanto di più che forse si poteva aspettare un momento più storico e determinante. E lo speriamo non per fede, se no l’avremmo sperato anche di Bush, di Clinton, di Zapatero o di Berlusconi: lo speriamo perché crediamo che ne sia capace, sulla base delle cose eccezionali che abbiamo già visto e sentito. Quelle cose per cui, volendo esagerare, un premio se lo merita già.