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Italia Futura

La sala delle Colonne è piena zeppa di persone, almeno duecento, in occasione della presentazione di Italia Futura, il think tank promosso da Luca Cordero di Montezemolo e diretto da Andrea Romano. I lavori sono stati aperti dallo stesso Montezemolo, che ha descritto Italia Futura come «un’associazione nata per promuovere il dibattito civile e politico sul futuro del paese». Nel corso del suo intervento, Montezemolo ha poi risposto a chi vede in questo progetto un tentativo di discesa in campo o di costruzione di un nuovo schieramento politico. «E’ inaccettabile rivolgere accuse di complotto politico a chi vuole solo giocare un ruolo nella battaglia delle idee. Non vogliamo entrare nelle geometrie dei partiti». «Non abbiamo nulla a che fare né con un partito né con un movimento politico», ha proseguito Montezemolo. «A nessuno, e tanto meno al paese, serve l’ennesimo partito».

L’attività di Italia Futura sarà strutturata per campagne tematiche. «Ogni tre mesi in una città diversa lanceremo delle proposte snelle e operative intorno ad alcuni grandi problemi del paese. Oggi presentiamo le nostre proposte sulla mobilità sociale, un tema centrale e cruciale nella vita degli italiani. L’ascensore che dovrebbe permettere a chiunque di salire verso l’alto solo grazie alle sue capacità. A gennaio lanceremo una grande iniziativa sulla scuola elementare. Su queste campagne cercheremo consenso nell’opinione pubblica e, trasversalmente, nella politica». Prima di lasciare la parola a Irene Tinagli, la ricercatrice che ha curato il rapporto sulla mobilità sociale, Montezemolo ha illustrato il premio Accadde domani, «il venture capital delle idee». Italia Futura, infatti, mette a disposizione 30mila euro per la realizzazione del miglior progetto di micropolitica tra quelli pervenuti all’associazione, «progetti rivolti alla dimensione locale della nostra vita sociale».

È drammatico il quadro illustrato da Irene Tinagli, già membro della direzione nazionale del Pd. «Siamo davanti a un paese che si sta impoverendo sempre di più. Il divario tra ricchi e poveri aumenta e con queste diseguaglianze aumenta la difficoltà di scalare la società. Sempre più giovani sono costretti a svolgere la stessa professione dei loro genitori, in un sistema sempre più bloccato. I figli di genitori non laureati hanno molte meno possibilità di laurearsi degli altri, e tutti sono tendenzialmente portati ad avere lo stesso reddito dei loro genitori». Al termine della presentazione dei dati sono state illustrate tre proposte concrete, da finanziare con una rimodulazione del denaro che si spende già e attraverso tagli agli sprechi. «Istituire un fondo opportunità, creando un conto corrente alla nascita di ogni bambino e intestato esclusivamente a lui, con un versamento annuo da parte del governo legato al merito: una proposta che ribalta completamente la logica utilizzata finora, migliorandola. Un pacchetto per le giovani famiglie: supporto agli affitti, rimborsabilità della baby sitter su modello francese, fiscalità agevolata per le giovani mamme. Terza proposta: affitti di emancipazione, con un assegno mensile di 200 euro per giovani laboratori in affitto».

Durante il pomeriggio sono intervenuti anche il parlamentare del Pd Enrico Letta, il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi e il presidente della Camera Gianfranco Fini, che si è soffermato a lungo sulla necessità di una riforma del welfare che ribalti la logica novecentesca sulla quale è costruito il modello attuale. «So che dicendo queste cose dò il pretesto a qualcuno per fare dietrologie e far pensare a grandi coalizioni o a cose del genere: nulla di tutto questo. Non ho in mente nè grandi coalizioni, nè partiti con Montezemolo, Riccardi o Letta». «L’Italia è di tutti», ha proseguito Fini, «e ci sono dei nodi da risolvere: smettiamola di dire lo faremo in futuro. Facciamo oggi». In altri paesi, ha detto il presidente della Camera «il trasversalismo è valorizzato», mentre da noi lo si guarda come se fosse «una manovra per tradire».

(per l’Unità)