Auguri
Pietro Ichino è preoccupato, e a ragione. Dopo anni e anni passati a scavare la fossa insieme a tanti dei suoi illustri alleati e avversari, Bersani si prepara a far fare al Pd un bel saltone.
Quanto alla mozione Bersani, inizialmente me ne ha allontanato la sua apertura alla prospettiva di un possibile ritorno al sistema elettorale proporzionale, pur corretto alla tedesca, cui sono nettamente contrario. Devo riconoscere a Bersani e ad altri esponenti di spicco della sua mozione (tra i quali Enrico Letta e Massimo D’Alema) alcune aperture esplicite sul progetto Flexsecurity. Sul tema della riforma delle amministrazioni pubbliche, però, nei giorni scorsi dal quartier generale di Piazza SS. Apostoli è stato diffuso un documento che nega radicalmente valore alla battaglia che ho condotto in questo anno e mezzo di legislatura, quindi anche al disegno di legge n. 746 (di cui ero primo firmatario, ma che è stato firmato anche da tutta la presidenza del Gruppo e da alcune decine di parlamentari PD al Senato!), prendendone le distanze: votare una mozione che fa proprio questo documento avrebbe voluto dire rinnegare gran parte di quel che ho sostenuto pubblicamente negli ultimi cinque anni e di quanto ho fatto in Parlamento dal maggio dell’anno scorso. Se dopo il congresso il PD cadesse nel gravissimo errore di fare sua una posizione come questa su di un tema di importanza così decisiva per il futuro del Paese, esso si presenterebbe agli elettori non come “espressione politica del movimento sindacale” (che già sarebbe una riedizione antistorica dell’esperienza laburista, contraria alle ragioni stesse per cui il PD è nato), ma come espressione politica della parte peggiore del movimento sindacale.