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Al palo

Al momento della sospensione dei lavori del congresso statunitense, gli osservatori erano concordi nel considerare la pausa estiva come il momento durante il quale si sarebbero determinati gli orientamenti dell’opinione pubblica riguardo la riforma del sistema sanitario. Stando a quel che si è visto fino a questo momento, non ci sono buone notizie per l’amministrazione Obama.

I town hall meetings, i dibattiti aperti e informali che erano stati scelti dai democratici per diffondere i contenuti della riforma, sono stati letteralmente presi d’assalto da gruppi organizzati di cittadini, spesso legati alle aree più conservatrici del partito repubblicano, tanto rumorosi quanto contrari al progetto di riforma. Le azioni di disturbo hanno alzato il livello dello scontro tra democratici e repubblicani e abbassato enormemente il livello del dibattito nazionale: i telegiornali sono stati invasi dalle immagini dei manifestanti che associano Obama ai nazisti e vanno ai dibattiti portando con sé le loro armi, a volte persino di grosso calibro, per intimidire il resto del pubblico. Alcuni autorevoli esponenti del partito repubblicano hanno accusato Obama di voler negare le cure ad anziani e disabili e introdurre delle “commissioni di morte” per decidere chi merita di essere curato e chi no.

Nel frattempo, l’amministrazione è apparsa barcollante: nel tentativo di conquistare alcuni voti decisivi al Senato, il segretario per le politiche sanitarie Kathleen Sebelius ha lasciato capire che i democratici potrebbero rinunciare all’introduzione di un’opzione pubblica alternativa alle assicurazioni private. La mossa ha deluso i democratici più progressisti, che vedono l’opzione pubblica come un punto nodale della riforma, e così l’amministrazione oggi si trova sotto il fuoco congiunto della destra e della sinistra. “Rinunciare all’opzione pubblica potrebbe essere un buon espediente”, ha scritto Eugene Robinson sul Washington Post, “ma non abbiamo eletto Obama perché fosse un presidente da espedienti. Lo abbiamo eletto perché fosse un grande presidente”.

L’amministrazione ha smentito di aver rinunciato all’opzione pubblica e sembra ancora aperta a ogni possibilità, mentre valuta quale sia la strategia migliore perché la riforma venga approvata dal congresso. Secondo il Wall Street Journal, la legge potrebbe essere suddivisa in due parti: la prima parte, riguardante i costi, verrebbe associata alle legislazioni sul budget, richiedendo così una maggioranza di soli 51 voti per essere approvata e bloccando l’ostruzionismo dei repubblicani. La seconda parte vedrebbe al centro la riforma del sistema assicurativo, attorno alla quale verrebbe cercato un consenso bipartisan. Stasera, intanto, il presidente Obama parteciperà a una riunione strategica in conference call con i volontari di Organizing for America, l’associazione che è nata dalle ceneri della sua campagna elettorale.

In attesa di trovare una strategia vincente per questa complicata impresa, i democratici possono consolarsi guardando il deputato democratico Barney Frank rispondere per le rime a una manifestante particolarmente arrabbiata. Il video è stato visto quasi un milione di volte su Youtube e molti democratici si augurano che Obama sappia tirarsi fuori dall’empasse con la stessa determinazione.

(per Internazionale)