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Custodia cautelare

Interpellato sulla questione del sovraffolamento nelle carceri, il sottosegretario alla giustizia Caliendo avrebbe detto che “malgrado il crescente sovraffollamento, vi è stata una lieve riduzione” dei suicidi. E’ una balla, provocata dal fatto che il ministero della giustizia adotta un modo piuttosto singolare per contare i detenuti suicidi: conta solo quelli che muoiono tra le mura del carcere. Se il detenuto muore in ospedale a seguito delle ferite che si è inflitto, anche se muore in ambulanza, per il ministero della giustizia non rientra nella statistica dei detenuti suicidi. Il fatto che l’ambulanza sia stata chiamata a causa di una corda attorno al collo non ha importanza. Calcolando correttamente il numero dei detenuti suicidi, si scopre invece che non sono mai stati così tanti e che il 2009 si avvia a essere l’anno con più suicidi in carcere della storia d’Italia.

A questo punto qualche altro furbetto potrebbe dire che è solo una questione statistica: se aumenta il numero dei detenuti aumenta il numero dei suicidi. Altra balla. Rispetto all’anno scorso ci sono 10 mila persone detenute in più, ma a un aumento del venti per cento della popolazione carceraria è corrisposto però un aumento dei suicidi vicino al 50 per cento.

Due numeri, infine, per darvi un’idea di quanto sia assurda la situazione. Il primo è ventuno: in carcere ci si suicida ventuno volte di più che fuori. Il secondo è cinquantadue. Il cinquantadue per cento delle persone detenute nelle carceri italiane non è stata condannata ed è detenuta in attesa di processo. In custodia, come si dice, cautelare.