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Se il centro si mette in mezzo

Anche se la situazione iraniana ha distratto l’attenzione dalla politica interna dell’amministrazione Obama, in questi giorni si sta giocando una partita di importanza rilevante per il governo statunitense: la riforma del sistema sanitario.

Annunciata e più volte promessa da Barack Obama durante la campagna elettorale, la riforma del sistema sanitario sta diventando il tema centrale di questa fase della sua presidenza. Secondo il premio Nobel Paul Krugman, però, l’amministrazione farebbe bene a trovare una strategia per portare dalla sua parte alcune personalità del mondo politico che potrebbero danneggiare la riforma. Non i repubblicani, ormai su una posizione di aperto ostruzionismo, bensì i democratici centristi.

“I sondaggi e l’esito del voto”, scrive Krugman sul New York Times, “ci dicono che gli elettori sono molto favorevoli alla garanzia di una copertura sanitaria universale, e molti di loro sono disposti a pagare tasse un po’ più alte per avere questa garanzia. Inoltre, gli americani sono favorevoli alla creazione di quello che più spaventa i repubblicani: un sistema sanitario pubblico in grado di competere con le assicurazioni private”.

“C’è il rischio però che alcuni senatori democratici centristi intralcino l’approvazione della legge o provino a minarne i punti chiave. Anche se è meglio usare con cautela la parola ‘centrista’: se il centro indica l’opinione della maggioranza, allora in questo caso chi si definisce ‘centrista’ si trova in realtà a destra. Non so cosa sperino di ottenere. Certo, alcuni di loro ricevono finanziamenti dall’industria medico-farmaceutica, ma chi non lo fa? Sembrerebbe invece che alcuni democratici più conservatori stiano inseguendo il sogno della creazione di un’area di centro trasversale che, di fatto, definisca gli equilibri e detti l’agenda negli Usa”. “Non è possibile”, conclude Krugman, “che questo sogno ostacoli la volontà degli americani di avere la riforma sanitaria di cui hanno bisogno. Stavolta il centro non deve mettersi in mezzo”.

Più ottimista David Brooks, secondo il quale alla fine l’intelligenza politica di Obama gli permetterà di mettere tutti d’accordo anche questa volta. Brooks invita i lettori a mettersi nei panni del presidente. “Supponiamo che tu sia il presidente Obama. Hai ereditato un sistema sanitario malato che sembra essere stato progettato da una squadra di geni del male provenienti da un altro pianeta. Dato che sei un tipo sveglio, sai che ci sono sostanzialmente due modi per modificare il sistema. Il metodo dei liberal, in cui il governo prende in mano il sistema sanitario e decide a chi spetta cosa. E il metodo dei conservatori, in cui sono i cittadini a fare le loro scelte e a prendersi le loro responsabilità, in una logica di mercato e di concorrenza. Sai bene che questi due approcci hanno una cosa in comune: sono impossibili da realizzare. Negli anni ci hanno provato in tanti, ma hanno incontrato vaste e forti opposizioni e si sono arresi. La riforma del sistema sanitario è diventata un incubo. Sei scoraggiato dalla portata delle difficoltà della sfida che ti aspetta, Ma poi ti ricordi che grazie a un gran colpo di fortuna, ti è capitato di essere Barack Obama. Allora ti rilassi, e ti dai una strategia.”

(per Internazionale)