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Conto alla rovescia

Anche oggi una folla di persone ha solcato le strade di Teheran, ma mi sembra che il flusso delle comunicazioni da e verso l’Iran stia rallentando e temo che questo non sia un buon segno. Federico Punzi lo spiega bene, descrivendo anche i termini della partita in gioco per Khamenei.

Non sembra ancora arrivata l’ora della repressione più brutale ma indubbiamente pasdaran e altre milizie stanno preparando il contesto migliore. Arresti a centinaia tra gli oppositori e gli esponenti riformisti; violenze e intimidazioni soprattutto nelle città lontane dallo sguardo dei media; blocco delle comunicazioni; censura dei siti internet. Pare persino che la polizia sia passata di quartiere in quartiere per abbattere le antenne paraboliche. I corrispondenti stranieri fanno sempre più fatica a lavorare e a riprendere immagini della protesta. Le autorità hanno già fatto sapere che non rinnoveranno i visti, che sono ormai prossimi alla scadenza. L’impressione è che quando l’ultimo giornalista straniero sarà partito (sperando che qualcuno rimanga anche “clandestinamente”), calerà il buio su Teheran e le altre città iraniane, come in Tibet, e da allora in poi ogni momento sarà propizio per la repressione.