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Il nostro amico torturatore

Il discorso in Senato lo abbiamo evitato (e meno male, sentite le cose che avrebbe detto sui partiti e la democrazia). La laurea honoris causa in giurisprudenza invece no, e per quello dobbiamo ringraziare l’università di Sassari. Ora arriva l’ennesima inutile e insensata pagliacciata, l’omaggio che mancava a Gheddafi: l’incontro con mille donne italiane. «Lo ha chiesto lui», ha detto Mara Carfagna, il nostro ministro per le pari opportunità. Chissà se, mentre che c’è, lei invece gli chiederà conto di questo:

Gheddafi modernizza la Sharia: “Fustigazioni anche in tv”
il colonnello Gheddafi ha deciso che amputazione delle mani ai ladri e fustigazione agli adulteri avverranno davanti alla tv o a un gruppo di credenti

La legge islamica, così come la interpretano i duri e puri, al passo coi tempi. Non perché diminuiscano le pene, quanto perché alle esecuzioni previste come “pubbliche” viene ammessa la tv. L’ occhio tecnologico del piccolo schermo svolgerà il ruolo che sinora era riservato “alla folla dei credenti”. A meditare questa modernizzazione del codice penale musulmano è stato il colonnello Gheddafi, la cui “Jamahiria araba libica” da sempre si pone come avanguardia dell’islam. Amputazione delle mani ai ladri e fustigazione degli adulteri avverranno “davanti a un gruppo di credenti o in televisione”: Muhammar ha detto sì alla tecnologia venuta da Occidente ma nello stesso tempo inasprisce le punizioni previste dalla legge islamica. Così si è espresso in un discorso televisivo (naturalmente) rivolgendo al Parlamento l’invito a mettere all’ordine del giorno i suoi desiderata. La Sharia, ovvero la “Via” che abbraccia l’intero modo di vita così come Dio lo ha ordinato, è stata sinora imposta in Libia senza ricorrere a misure estreme. I tribunali hanno preferito infliggere pene carcerarie anziché le punizioni più severe previste dall’ Islam. Nel discorso, Gheddafi ha spiegato perché vuole una più rigorosa “coranizzazione” delle pene: con le leggi vigenti, i ladri di danaro pubblico la “spuntano” con pene troppo miti. Quanto agli adulteri, il colonnello ha sentenziato: “L’uomo o la donna adulteri dovrebbero ricevere cento colpi di frusta e la fustigazione potrebbe avvenire anche in tv”.

(4 aprile 1993, Corriere della Sera)