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Precipitevolissimevolmente

Uno non fa neanche in tempo a distrarsi per prendere un treno che succede il patatrac: Ivan Scalfarotto si è classificato decimo, con quasi 23mila preferenze. Si possono trovare mille spiegazioni e congiunture per spiegare la mancata elezione, ma avrebbe poco senso: così come le dimensioni della straordinaria vittoria di Debora Serracchiani vanno oltre l’appoggio consistente che le è stato dato dal partito friulano e dalla segreteria nazionale, le dimensioni della disfatta di Ivan sono tali da non poter essere giustificate dall’aver giocato in trasferta l’intera campagna elettorale. Penso che si tratti di un vero peccato, perché un politico dello spessore e del valore di Ivan Scalfarotto avrebbe meritato tutt’altro risultato. Nessun progetto politico, però, per quanto solido e valido possa essere, può prescindere dall’obiettivo dell’aggregazione e della formazione dei consensi. E’ sicuramente vero che 22.847 preferenze – conquistate, quelle sì, una per una – non sono bruscolini, così com’è vero che altri candidati in altre liste sono stati eletti con molti meno voti, ma si tratta di consolazioni più che magre, quasi irrilevanti. In primo luogo perché sapevamo fin dall’inizio tutti che Ivan avrebbe potuto contare solo sulle sue forze, e la campagna era stata impostata tenendo conto di questo; in secondo luogo perché lavoravamo per un risultato almeno doppio, e quindi non possiamo essere contenti di quel che abbiamo raccolto. Ci sarà tempo per analizzare bene questo risultato, insieme a quello nazionale del Pd e degli altri partiti. Nell’attesa, chi vuole può dare un’occhiata al promemoria che avevo scritto ieri mattina, riguardo la lettura dei risultati delle elezioni: secondo me funziona abbastanza bene, e aiuta a individuare vincitori e sconfitti. Io mi ascrivo alla seconda affollata categoria. Buonanotte.