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Consigli ai repubblicani

Travolto dalla vittoria di Barack Obama, il partito repubblicano statunitense non è ancora riuscito a rimettersi in piedi e costruire una nuova leadership. Nel vuoto che è seguito alla sconfitta di McCain, è emersa la figura dell’ex vicepresidente Dick Cheney, eminenza grigia della presidenza Bush e principale sostenitore dell’utilizzo delle “tecniche speciali di interrogatorio”, ormai comunemente riconosciute come tortura. Neanche questo però è servito a fermare l’emorragia di consensi e intaccare la popolarità di Obama. In questa situazione confusa, Jacob Weisberg su Slate ha proposto ai repubblicani un piano in due mosse per recuperare terreno. La prima: liberarsi di Cheney. La seconda: chiedere un parere a David Cameron.

“La visibilità di Dick Cheney rende estremamente felici due gruppi di persone, uno sempre più piccolo e l’altro sempre più grande. Il gruppo piccolo è quello degli ultraconservatori che considerano Cheney uno statista. Il gruppo grande è quello dei democratici, che vedono in Cheney il leader di un partito di minoranza che vuole rimanere minoranza”.

Chi più soffre di questo fenomeno è l’ala moderata dei repubblicani, impersonata in questi giorni dall’ex segretario di stato Colin Powell, che alcuni documenti hanno dimostrato essere contrario fin dal primo momento alla tortura dei detenuti di Guantanamo.

“Ai repubblicani”, prosegue Weisberg, “servirebbe un leader come David Cameron, che sta per riportare al potere i conservatori inglesi dopo dodici anni di oblio. Senza rinunciare ai valori del libero mercato, della famiglia e delle libertà individuale, Cameron ha adattato il profilo del suo partito al cambiamento della società britannica, puntando sulle politiche per l’ambiente e mostrando di non avere pregiudizi nei confronti degli omosessuali e degli immigrati”.

“I repubblicani hanno bisogno di reclutare un po’ di facce nuove e fare entrare aria fresca nel loro dibattito interno”, conclude Weisberg. “Altrimenti, si terranno Dick Cheney”.

(per Internazionale)