Questo sito contribuisce alla audience di IlPost

La dittatura del popolo

Il dibattito su Gino Flaminio e la sinistra si fa interessante. Di Gramellini abbiamo scritto poco fa. Il suo punto è:

Ora, se il popolo considera Uomo del Popolo un miliardario che vive fra villoni e guardie del corpo, significa che la parte politica che un tempo si richiamava al popolo ha smesso di fare il suo mestiere: parlare a Gino in modo diverso, ma di cose che interessino a Gino, anche se le cose che interessano a Gino ai leader di sinistra spesso fanno senso. In fondo è il segreto di Obama, uno per cui Gino avrebbe votato volentieri.

È la sinistra ad avere un problema, o il popolo? Lo scorfano è di un’altra idea:

Secondo me sono i modi, non le cose. Che al Gino del Popolo le cose non interessano affatto, temo. E forse non gli interessa nemmeno arrivare a comprenderle. Mentre i modi, quelli contano eccome: e sono il perfetto ritratto di un popolo che, per la maggior parte, si riconosce non nelle virtù ma nei vizi del suo Capo; tanto che il Capo ha buon gioco a esibire i suoi numerosi vizi, sempre più spesso, e soltanto di rado le sue virtù.
È paradossalmente inutile, quindi, che Gramellini scriva che la sinistra dovrebbe parlare di cose che interessano a Gino in modi diversi. Perché sono proprio i modi a interessare a Gino; e se cambi i modi nessuno ti ascolta più. E il solo modo diverso che si potrebbe oggi adottare, per parlare al popolo, sarebbe quello di diventare come lui. Come Gino. O come Berlusconi. Che infatti si assomigliano tanto; talmente tanto che forse hanno avuto la stessa fidanzata.

La questione potrebbe riassumersi così: secondo voi, dovesse scegliere tra loro due, Gino Flaminio voterebbe Obama o Berlusconi?