No surprises
Breve punto sugli appuntamenti elettorali dell’ultima settimana.
In Malawi è stato rieletto il presidente in carica, il progressista Mutharika, ma lo sfidante John Tembo ha lamentato brogli elettorali. Gli osservatori dell’Unione Europea non hanno documentato frodi ma hanno constatato un notevole squilibrio governativo da parte delle reti televisive e dell’informazione pubblica.
Nelle Isole Cayman l’opposizione liberale ha travolto i socialdemocratici; lo stesso giorno è stata pure approvata la nuova costituzione.
Dopo le elezioni politiche di aprile, la Moldavia deve ancora eleggere il suo presidente: il comunista Voronin ha raggiunto il numero massimo di mandati e stavolta si accontenterà di presiedere il parlamento, gli succederà con ogni probabilità Zinaida Greceanîi ma al primo voto l’opposizione ha boicottato il voto in parlamento impedendo il raggiungimento del quorum. Il 28 si vota per un secondo turno.
In Germania il cristiano democratico Horst Köhler è stato rieletto presidente senza troppi patemi.
Il risultato più interessante – sicuramente l’unico sorprendente – è quello delle elezioni in Mongolia. Il democratico Elbegdorj, leader della rivoluzione democratica che portò alla fine della dittatura, sarebbe in vantaggio nei confronti del presidente uscente, il comunista Enkhbayar. I risultati definitivi devono ancora arrivare ma Elbegdorj si è già proclamato vincitore e Enkhbayar ha dichiarato che, se sconfitto, accetterà il verdetto delle urne. Si teme che un risultato sul filo di lana possa generare polemiche e disordini, come avvenuto in occasione delle elezioni legislative dell’anno scorso. Speriamo di no.