La cena degli anarco-insurrezionalisti
Non possiamo non comprendere la sorpresa di Mentana nell’apprendere che i suoi commensali – la prima linea dell’informazione Mediaset – avevano votato tutti allo stesso modo. Perché se di prima linea si trattava, significa che alla cena erano invitati i direttori dei telegiornali del Biscione. E quindi non possiamo non dichiararci stupiti insieme a Mentana, del fatto che Emilio Fede votasse per il Popolo delle Libertà. A guardare il suo prodotto editoriale, ci pareva di scorgere una chiara impronta trotzkista. Così come saltiamo giù dalla sedia nell’apprendere che Clemente Mimun, all’epoca direttore del Tg5 avesse un cuore che batteva per il centrodestra. Pensateci: direttore del Tg2 quando la rete era appannaggio dell’opposizione (Berlusconi); otto anni lì, e nel 2002 diventa direttore del Tg1: il presidente del Consiglio era Silvio. Nel 2006 vince le elezioni il centrosinistra, e lui lascia la direzione, e l’anno dopo approda al telegiornale dell’ammiraglia Mediaset. Vabeh, c’erano quelle piccole casualità: quella volta che non mandò in onda l’audio del premier che chiamava kapò il deputato socialista tedesco Martin Shulz (il Financial Times scrisse che cose del genere non succedevano nemmeno nell’Urss di Breznev). O quell’altra in cui taroccò l’intervento di Silvio Berlusconi all’ONU, che il Tg1 presentò come accolto da applausi dell’uditorio al gran completo, mentre in realtà fu fatto davanti a un’aula semivuota. Ma a parte ciò, diciamolo chiaramente: con una carriera così variegata, chi poteva pensare che Mimun votasse per il centrodestra? E poi c’è Studio Aperto: all’epoca – così come oggi – era diretto da Giorgio Mulé: assunto al Giornale da Montanelli e confermato da Vittorio Feltri, poi vicedirettore esecutivo di Panorama; quindi il salto a Mediaset dove dirige Videonews prima di approdare alla successione di Mario Giordano. Dal Giornale di Paolo alla Mondadori di Marina fino alla Fininvest di Piersilvio: con un curriculum del genere, di sicuro Mentana si sarà stupito. “Ma non votavi per gli anarco-insurrezionalisti tu, Giorgio? E io che ne ero sicuro!“, gli avrà sussurrato Chicco tra il caffé e l’ammazzacaffé.