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Democrazia in salsa malese

Dopo mesi di tensioni, il braccio di ferro tra maggioranza e opposizione nello stato malese del Pekar è degenerato. Durante la sessione parlamentare di giovedì 7 maggio, il presidente dell’assemblea legislativa Sivakumar Varatharaju è stato rimosso fisicamente dall’aula da alcuni uomini del governo e destituito dall’incarico.

Successivamente la coalizione dei nazionalisti, sconfitta alle elezioni ma diventata maggioranza pochi mesi fa grazie al cambio di fronte di alcuni deputati, ha eletto come nuovo presidente Datuk Ganesan.

“Nel corso di questa incredibile giornata”, si legge sul New York Times, “il partito di governo malese è riuscito a recuperare il controllo del parlamento di una delle regioni più importanti del paese”. Durante la convulsa seduta parlamentare, però, alcuni deputati dell’opposizione sono riusciti a scattare delle foto, pubblicarle sui loro blog e rilanciarle su Twitter. Anche l’ex presidente ha un blog.

Senza i blog e la rete i cittadini malesi non avrebbero potuto essere informati così rapidamente sulla situazione del paese. “‘Se tutto questo fosse accaduto dieci anni fa, la gente non avrebbe saputo nulla di quel che è veramente successo in aula'”, ha dichiarato al New York Times Ibrahim Suffian, direttore di un’agenzia di sondaggi indipendente.

Le fotografie scattate in parlamento durante la rimozione del presidente hanno suscitato reazioni immediate, e centinaia di manifestanti si sono riversati in strada per protestare contro il colpo di mano. Nonostante non ci sia notizia di violenze, decine di manifestanti sono stati arrestati dalla polizia locale.

Una delusione per chi sperava che il nuovo primo ministro Najib Razak potesse normalizzare la situazione malese: “Tutte le buone intenzioni e le promesse saranno inutili”, scrive il Wall Street Journal, “se Najib riporta la Malesia a un passato in cui le proteste pacifiche erano represse e la libertà di espressione non era tutelata”.

Nonostante le polemiche, però, la maggioranza non sembra intenzionata a tornare sui suoi passi. La vicepresidente del parlamento ha difeso la scelta di sostituire Sivakumar Varatharaju rimuovendolo fisicamente, come riporta il malese New Straits Times. “Come vicepresidente ho il potere per rovesciare il presidente, se lui non è in grado di guidare i lavori dell’aula. Si tratta di un processo democratico”.

(per Internazionale)