Flop
Il giornalista della Stampa Giuseppe Salvaggiulo ha scritto una «breve ma veridica storia del Partito Democratico» dal titolo eloquente – Flop – e dal contenuto impietosamente veritiero. Più che un libro, Flop sembra un verbale della polizia stradale dopo un tragico incidente automobilistico: la puntuale e precisa elencazione degli errori, la sequenza di posizioni prese e lasciate nel giro di poche settimane, la sfilata di personaggi improbabili e leoni sdentati, i tentativi disperati di spacciare per linea politica le risposte faticose e ondivaghe alle mosse del governo. Tutto raccontato con precisione chirurgica, tutto talmente autoevidente da rendere in più di un passaggio completamente superflua l’esegesi dell’autore. Un esempio: nel capitolo relativo alle vicende legali che hanno coinvolto a dicembre diversi esponenti del Pd, Salvaggiulo lascia che sia il Codice Etico del Pd a fare da commento al racconto dei fatti di quei giorni. Ed è un commento che dice tutto.
Al contrario di quel che il titolo potrebbe suggerire, il libro non parla del fallimento del progetto del Partito Democratico, bensì di un viaggio che non è mai cominciato. Se ne trae la più veritiera e ovvia delle tesi: il problema del Pd probabilmente non è stato tanto – anzi: non è stato solo – aver fatto alcune cose buone e tantissime cose meno buone, quanto aver fatto le stesse cose buone e meno buone che avrebbero potuto tranquillamente fare da soli Ds e Margherita, già aggregazioni dal fiato corto e dalle classi dirigente logore e inadeguate. A che serviva, allora? Di fatto il Pd ha quindi peggiorato le cose: non cambiare niente avrebbe avuto di certo gravi conseguenze, ma sciogliere due partiti fondandone uno nuovo con toni epici e roboanti per poi non cambiare niente rischia di aver compromesso ogni speranza del centrosinistra italiano di tornare a governare il paese in tempi ragionevoli. Ci vorrà diverso tempo, probabilmente degli anni, perché una nuova classe dirigente possa recuperare credibilità e fiducia e far dimenticare questo disastro. Anzi: questo flop.