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Datemi un pizzicotto

Trattasi ancora di rumors e indiscrezioni, quindi non ci bagniamo prima che piova: giudicheremo alla fine. Registriamo intanto che, stando a quel che si legge sui giornali e si dice in giro, le buone intenzioni di Franceschini riguardo le candidature alle europee rischiano di cadere nel vuoto. Lo stesso vale per i contenuti del famoso regolamento approvato dalla direzione nazionale, recentemente bocciato da D’Alema- «Tutte queste limitazioni che ci siamo messi da soli mi sembrano eccessive» – sebbene non risulti che lo stesso ex-premier vi abbia votato contro (che dire, lo conosciamo: prima vota sì, poi brontola dai giornalisti).

Nel collegio Nordovest è data ormai per certa l’imbarazzante candidatura di Sergio Cofferati, quello che non poteva rimanere a Bologna per stare vicino alla famiglia. Oltre che di Cofferati si parla anche delle candidature di Gianluca Susta (uscente), Antonio Panzeri (uscente), Patrizia Toia (uscente), Francesco Ferreri (uscente, sessantatreenne). Volti nuovi? Per il momento si fa solo il nome di Lorenzo Forcieri: sessant’anni, ex sottosegretario alla difesa, parlamentare dal 1992.
Collegio Nordest: il capolista sarà nientemeno che Vittorio Prodi (uscente, settantaduenne). Altri candidati Luciano Vecchi, eletto per la prima volta parlamentare europeo nel 1989 nelle liste del Pci, e Flavio Zanonato, che in barba al regolamento del Pd vuole candidarsi sia a sindaco che a europarlamentare.
Collegio Centro: Goffredo Bettini e Leonardo Domenici sembrano certi della candidatura, probabilmente in virtù delle grandi competenze comunitarie. Poi si parla di Silvia Costa (tre legislature alla camera, la prima nel 1983), Beatrice Magnolfi, già parlamentare e ministro ombra per la semplificazione, Catiuscia Marini (uscente).
Collegio Sud: Michele Emiliano, sindaco di Bari, vuole fare lo stesso gioco di Zanonato: candidarsi a sindaco e a europarlamentare, contemporaneamente. Altri candidati papabili: Umberto Ranieri (parlamentare di lungo corso e rimasto fuori alle ultime politiche), Enzo Lavarra (uscente), Maria Grazia Pagano (uscente), Donato Velardi (uscente), Andrea Losco (uscente), Sergio D’Antoni (uscente, sessantatreenne).
Veniamo alle isole: il capolista dovrebbe essere Enzo Bianco (già deputato, già ministro, già sindaco, oggi senatore), si parla anche di Luigi Cocilovo (uscente) e Rosario Crocetta, sindaco di Gela e quindi anche lui incompatibile ai sensi del regolamento sulle candidature. Volti nuovi? Italo Tripi, segretario regionale della Cgil in attesa di ricollocazione.

Quando scrissi che eleggere Franceschini segretario pro tempore era un errore, specificai i tanti perché. Scrissi, ad esempio, che sarebbe stato un errore perché

quel leader con la data di scadenza appiccicata addosso che potere decisionale avrebbe al momento della composizione delle liste?

Non è per niente rassicurante il fatto che il segretario non abbia neppure il potere di far rispettare un regolamento approvato dalla direzione nazionale o dire a Sergio Cofferati che scusa, questo partito non è un circo. Per non parlare delle altre candidature: di fatto è impossibile dire a un uscente di non ricandidarsi, alla faccia del rinnovamento. Certo, giudicheremo alla fine. Magari tra un mese ci svegliamo e scopriamo che i giornalisti si sono inventati tutto di sana pianta e Franceschini è riuscito a limitare i danni. Però che noia ragazzi. Davvero.