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Proposta di legge per l’abolizione dei metatag

Una legge anti-pedofilia, contro «gli orchi travestiti da agnellini»: è questa l’ultima proposta di Gabriella Carlucci. Peccato che la legge risulti essere scritta da un’importante lobby del mercato editoriale e il suo principio cardine sia volto a vietare la pubblicazione in forma anonima di qualsiasi contenuto in rete. Un provvedimento basato su premesse ridicole: già oggi tutti gli utenti della rete sono identificabili, e per questo – salvo l’utilizzo di complicatissimi sistemi di contraffazione – è possibile risalire all’autore di qualsiasi contenuto. Allo stesso modo è falso che internet sia una giungla, dato che vi si applicano già oggi le stesse norme vigenti sulla diffamazione, sulle minacce, sulle calunnie e sulle violenze.

Si può discutere ovviamente dell’opportunità di cambiarle, queste regole, dato che la lotta ai crimini in rete richiede nuovi strumenti e competenze. Sarebbe bene però chiamare le cose col proprio nome: la proposta Carlucci non parla mai di pedofilia e sembra invece fatta appositamente per restringere la libertà di espressione, rendendo tortuosa la pubblicazione in rete di qualsiasi contenuto. Si tratta di una proposta che trova precedenti solo in Corea del Nord e in pochi altri paesi non democratici, ma è inutile sperare che l’on. Carlucci si accorga della svista, dato che non sa di cosa parla: aprendo infatti il file con la proposta di legge pubblicato sul sito dell’onorevole, infatti, chiunque può accorgersi che il testo risulta essere stato redatto da tal Davide Rossi con un software registrato a nome Univideo, l’Unione Italiana Editoria Audiovisivi di cui lo stesso Rossi è presidente. Una figuraccia, prova eloquente della qualità del lavoro parlamentare dell’on. Carlucci. Una volta le lobby si limitavano a influenzarle, le leggi; oggi le scrivono, e poi le passano al loro parlamentare di riferimento.

(sull’Unità di oggi, pag. 17)