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Non fare domani quello che puoi fare oggi

Mi sono soffermato più volte sui vizi linguistici della politica e su come spesso e volentieri venga fatto largo uso di alcune formulette stantìe al solo scopo di evitare di rispondere a domande più o meno scomode. Quante volte avete sentito dire che la proposta X è giusta «ma non è la priorità» oppure «questo non è il momento»? A parte il caso su cento in cui davvero non è il momento, nei restanti novantanove il vostro interlocutore vi sta prendendo in giro: pensa che avete ragione ma non può o non gli conviene ammetterlo, quindi rimanda. Tra i tanti meriti dell’articolo odierno di Baricco su Repubblica, c’è il facile smascheramento di questo abusato luogo comune:

C’è un’obiezione che ho sentito ripetermi fino alla nausea, in questi giorni. Inizia così: «Proprio adesso…». Proprio adesso che ci sarebbero da combattere i tagli del governo tu te ne esci con una proposta di quel tipo? Nella sua formulazione più brusca, l’obiezione suona così: noi qui a lottare e tu stai lì aportare acqua alla politica del governo. […] La cautela strategica ha ucciso fin troppe idee, nella sinistra, in questi anni. Abbiamo idee, soluzioni, visioni, ma non è mai il giorno giusto per dirle a voce alta. Sarà vent’anni che, più o meno confusamente, penso le cose che ho detto e posso testimoniarlo serenamente: non ho mai visto passare un giorno che secondo voi fosse quello giusto per dirle. Sempre stai a disturbare la delicatissima partita a Risiko che state giocando.