Manifesto selvaggio
Chi vive a Roma lo sa bene, chi non ci vive lo avrà scoperto al primo viaggio nella Capitale, o grazie al racconto di un amico. Di che parliamo? Dei muri. Ma anche delle fermate degli autobus, dei pannelli pubblicitari, dei colonnati. Cos’hanno di speciale e di diverso, a Roma? Hanno che sono quotidianamente teatri e campo di battaglia delle schermaglie tra partiti e associazioni di ogni estrazione politica. Il mezzo è ovviamente il manifesto, quasi sempre abusivo e soprattutto portatore di slogan vuoti, retorici, offensivi, a volte surreali al limite dell’ilarità. Le autorità da anni non fanno nulla – se fanno, fanno poco: la città è irresolubilmente tappezzata di manifesti di ogni sorta, come se si trovasse sospesa in una campagna elettorale eterna.
In un simile caos, per distinguersi bisogna usare messaggi forti. Chi vuoi che badi al banale «Alemanno vattene» dei Socialisti o al «Roma merita di più» del Pd, nella città in cui si leggono cose come quel «Veltroni ha distrutto Roma: ancora parlate?» del Pdl? Chi vuoi che legga un qualsiasi normale slogan politico, in una città in cui il dibattito sui muri ricorda le scritte sulla lavagna ai tempi della seconda media? Nella giungla del manifesto abusivo chi vuole che il suo messaggio salti all’occhio dei passanti è costretto a spararla grossa, e a dire la verità pochi si tirano indietro.
Succede quindi che nelle stesse giornate in cui l’azienda municipale dei trasporti di Roma rifiuta i manifesti pubblicitari della tv di Al Gore, Current, rei di pubblicizzare un’inchiesta sulle relazioni tra la chiesa e la camorra con un manifesto che raffigura una Bibbia crivellata di colpi, la città si ritrovi tappezzata di alcuni manifesti particolarmente violenti. Si tratta di manifesti che annunciano una manifestazione di Forza Nuova contro «il fallimento del governo sull’immigrazione» e ritraggono le gambe di una ragazza stesa per terra, coperte appena da una gonna vistosamente macchiata di sangue. A questo, siamo arrivati: a utilizzare l’immagine raccapricciante di una ragazza stuprata, affissa su decine di migliaia di manifesti su tutti i muri di Roma allo scopo di pubblicizzare una manifestazione politica contro gli immigrati.
Ora, è noto che per nessuna amministrazione comunale a Roma il reato di affissione abusiva è mai stato un motivo sufficiente per rimuovere i manifesti illegali, ma davanti a un tale barbaro cinismo ci si aspettava che almeno questa volta si facesse qualcosa. Possibile che un’amministrazione comunale così sensibile a evitare che l’immagine di una Bibbia trafitta dai proiettili turbi i fedeli, lasci poi che sulle sue strade quell’immagine così orribile? Possibile, infatti non si è mosso nessuno. La manifestazione si è svolta regolarmente domenica sera e i manifesti abusivi di Forza Nuova sono ancora lì a dare bella mostra di sé per le strade della città.
Non finisce qui, perché a fronte dell’inedia del comune qualcuno ha deciso di muoversi comunque. Una ragazza racconta sul suo blog di aver telefonato alla sede di Forza Nuova per chiedere conto di quell’immagine «cruda e crudele, che costringe a girare lo sguardo altrove, a guardare la strada e a evitare i muri per la paura di guardarlo, e che non può far che altro male a una persona che ha subìto una violenza». Risponde una centralinista, la quale però dice di non poter passare la chiamata a nessun responsabile politico. Alle rimostranze riguardo il manifesto, però, la centralinista di Forza Nuova sconfessa la scelta del suo partito. «Hai ragione, difatti li ha fatti un uomo» – chissà che uomo. Evidentemente certi manifesti di Forza Nuova sono troppo anche per Forza Nuova.