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Va bene, scherzavo

Però questa è l’ultima, sul serio.

Signor Francesco Costa,
replico solo perchà reputo che la questione giornalismo a Gaza vada ben oltre la futile polemica Cremonesi-Rampoldi. Già da tempo penso che i giornalisti italiani debbano denunciare i falsi. Basta con i falsi posti da cui si  dice di scrivere, basta con le false interviste, basta con le furberie per far credere di aver fatto cose che in realtà non sono state fatte.  Sono molti anni che scrivo da zone di crisi e quasi sempre nelle occasioni particolarmente difficili mi sono imbattutto in falsi di qualche collega italiano.
Il nostro è un mestiere lasciato molto all’iniziativa individuale, chi ci controlla? Io posso scrivere di essere a Baghdad sotto le bombe e in realtà essere ad Amman o Kuwait city; scrivere di essere a Metulla mentre mi trovo a Gerusalemme; scrivere di essere a Bassora dal Qatar; scrivere di essere a Tiro o Qana, e invece restare in un grande hotel di Beirut. Scopiazzare o addirittura inventare di sana pianta un’intervista con un terrorista, un tizio difficile e pericoloso da raggiungere. Posso copiare dalla tv locale l’intervista del premier durante le elezioni e dire che è mia.etc…
Il nostro giornalismo è screditato all’estero soprattutto per i suoi falsi. So che alcune denunce in questo senso all’Ordine sono finite nel dimenticatoio.
Ovvio che non sono finito sotto il fuoco isreliano per colpa di Rampoldi, io me ne assumo ogni responsabilità. Ma siccome credevo che Rampoldi fosse a Gaza city (come riportato dal suo giornale) pensai che fosse possibile passare da sud a nord.  E non facciamo tanto gli ipocriti, sappiamo bene che la competizione tra testate è una delle costanti del nostro mestiere.
Dice che sono imbroglione? Mah in questo caso direi l’opposto, visto soprattutto i suoi argomenti. Ma il punto non è questo. Il punto è cercare di cambiare alcuni aspetti deleteri del nostro giornalismo. Non ne faccio una questione di guerra tra colleghi, o testate. Solo si sappia che le furbate non passano più, o comunque più difficilmente. Valga per tutti. Lo ripeto, bene che Repubblica si sia corretta, la prossima volta ci penserà sopra prima di scrivere un altro falso e bene che se ne parli, non per amore di polemica ma per desiderio di miglioramento. Non pretendo di essere immune da errori, ma cerco colleghi che siano d’accordo nel porre fine a questo malcostume.

Lorenzo Cremonesi