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«La condanna del Pd e insieme del suo primo leader è stata la mancanza di carattere di Veltroni. Legittimato dal voto delle primarie, che era un investimento abbastanza chiaro per una riforma della politica e un mutamento di metodo, il leader del Pd non ha fatto alcun uso rischioso di questa legittimazione, non ha esercitato l’arte del comando. […] ci domandiamo se non fosse in origine un pasticcio incommestibile questa idea di superare le tradizioni politiche del Novecento con una nuova formula organizzativa e politica, impegnando il sistema istituzionale e cercando di rinnovarlo. Può essere. Ma non lo sapremo mai, perché l’esperimento non è stato nemmeno tentato».
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Una condivisibile analisi di Rondolino su D'Alema, Veltroni e l'eredità berlingueriana
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Foto dal Pakistan, dove il governo ha autorizzato l'applicazione della Shar'ia nella Swat Valley
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"Io penso – e qui ti stupirò – che abbia ragione D'Alema. Per metà, però. E' una buona idea quella di riunire i maggiorenti del partito in una stanza. Tra loro chi entra in quella stanza deve sapere, però, che ne uscirà dimesso da qualunque incarico ricopra nel partito e nelle istituzioni. Assieme a loro metterei – in pari numero – altrettante persone giovani che di incarichi non ne hanno, che siano presenti e riconosciute negli ambiti dove operano (Web, Pistoia, Venezia, Monza, Milano, Caltanissetta, Pisa e via così)."