Grazie Povia
Ho ascoltato l’orribile canzone di Povia e ho visto poco fa – sul sito della Rai – lo splendido Benigni di ieri sera, con la bella chiusa sull’amore, l’omosessualità e la lettera di Oscar Wilde. Penso che della canzone di Povia non rimarrà niente, per la sua evidente pochezza e la credibilità pressoché nulla del personaggio: tra due giorni se la saranno dimenticata tutti. Delle parole di Roberto Benigni, recitate con tenera solennità durante l’appuntamento più nazionalpopolare che ci sia, rimarrà sicuramente parecchio di più. Se qualcuno ha cambiato idea sugli omosessuali durante la puntata di Sanremo di ieri sera, è stato certamente grazie a Benigni e non grazie alla canzone di Povia. Forse, però, senza quella canzone Benigni non avrebbe avuto ragione di chiudere in quel modo il suo intervento al festival. La cosa – oltre a essere un valido esempio di eterogenesi dei fini – dimostra anche una volta per tutte che non bisogna aver paura delle opinioni degli altri, nemmeno delle opinioni grette, razziste, ignoranti o violente. Se le nostre idee sono giuste e migliori, le scemenze finiscono irrimediabilmente per essere spazzate via.