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Sassolini

Con la metà delle schede scrutinate, il risultato per Cappellacci dovrebbe essere ormai acquisito. Le liste del centrosinistra hanno un distacco di oltre quindici punti da quelle del centrodestra, Soru ha un gap di cinque punti che lo separa dal candidato del centrodestra. Tutto questo accade in una regione dove si era ben governato, con un candidato poco rispondente all’ortodossia di partito e soprattutto pieno di soldi. Quello dell’ortodossia di partito, vedrete, sarà proprio il punto su cui si divideranno domani le varie frange di ultras interne al Pd: secondo i dalemiani la sconfitta di Soru sarà la sconfitta del modello dell’uomo solo al comando, del decisionista che non consulta il partito, del politico che parla direttamente con gli elettori senza filarsi i militanti; secondo i veltroniani la sconfitta di Soru sarà la sconfitta delle alleanze larghe e di un partito in continua contrapposizione con sé stesso; secondo i rutelliani la sconfitta di Soru dimostrerà che non si va da nessuna parte senza allearsi con l’Udc; secondo la sinistra la sconfitta di Soru sarà la sconfitta dell’idea del candidato imprenditore fuori dai giochi, come già a suo tempo Illy. Nel frattempo centinaia di migliaia di voti stanno letteralmente andando in fumo: le prossime elezioni europee rischiano di essere davvero una catastrofe senza precedenti. Avete presente i sassolini che tremano sul pavimento, poco prima che arrivi una mandria di bestiame a travolgere tutto? Ecco, mi sembra che siamo a quel punto lì