Obiezione
Di recente ho abbracciato una nuova fede religiosa. Credo nell’esistenza di un Dio che si chiama TBL, il Dio che ha creato internet e i computer e la tecnologia. Come scritto nel libro sacro della mia religione, TBL ha ammonito il genere umano vietando l’uso delle tastiere dei pc fino all’arrivo del giorno del giudizio. Per questo, io e i miei compagni di fede non possiamo usare la tastiera: il testo che leggete, per esempio, è stato scritto da un mio amico, sotto mia dettatura. Voi direte: ma tu non lavori all’Unità? Come fai a scrivere un’email, un articolo, a lavorare, insomma, se non puoi usare la tastiera? Beh, faccio così: io detto, un altro scrive. Mi dispiace, ma io non posso usare la tastiera: sono obiettore di coscienza. Voi direte: e se tutti facessero come te, dove andremo a finire? Andremo a finire in un mondo in cui nessuno usa più la tastiera, un mondo in cui chi cerca qualcuno che scriva qualcosa con la tastiera dovrà cercare per giorni e giorni, un mondo con meno giornali, etc; un mondo che è quello che mi auguro, ovviamente, perché così vuole TBL. Voi direte: e nel frattempo continui a fare un lavoro che richiede, tra le tante cose, l’utilizzo della tastiera? Certo: sono un obiettore di coscienza, non potete mica costringermi a cambiare lavoro. Voi direte: ma noi non possiamo mica star dietro alle tue pazzie e a quelle di chiunque altro. Sei libero di non volere utilizzare la tastiera, ma finché fai un lavoro che lo richiede, lo fai; se no cambi lavoro. Invece no, cari amici. L’autista degli autobus, per dire, sa che il suo lavoro richiede di guidare gli autobus, e gli autobus hanno sopra la pubblicità. Se la pubblicità urta la sua coscienza, perché propaganda l’utilizzo di tastiere, può astenersi dal lavoro legittimamente: altro che cambiare lavoro. Il farmacista, ad esempio, sa che il suo lavoro richiede che venda i farmaci che lo Stato decide di commercializzare. Se un farmaco urta la sua coscienza, perché lenisce le infiammazioni ai tendini tipiche di chi usa troppo la tastiera, può astenersi legittimamente dal vendere quel farmaco. Il medico sa che il suo lavoro richiede che si attenga alle norme che prevede la legge dello Stato. Se però un determinato intervento urta la sua coscienza, perché cura la schiena di un paziente che soffre di dolori causati dalla cattiva postura nell’utilizzo della tastiera, può astenersi legittimamente dal curare quel paziente. E’ giusto che funzioni così. Così vuole TBL, e non possiamo discriminare chi crede in una fede religiosa.
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Ovviamente non ho abbracciato alcuna fede religiosa. E questo era un modo forse un po’ scemo ma efficace, mi sembra, per mettervi a parte di una cosa che penso, sperando di poter avere così qualche delucidazione, possibilmente politica, giuridica e legislativa: scusate, ma la concezione filosofica della coscienza non mi interessa (così come non mi interessa capire se Dio-non-esiste o Dio-non-è, che è un po’ ciurlare nel manico). Io non capisco il senso dell’obiezione di coscienza. Capisco perfettamente che convinzioni personali o religiose portino le persone a decidere di non svolgere questa o quella professione, e penso infatti che nessuno debba essere in alcun modo obbligato a fare questa o quella professione. Penso però che le persone la cui coscienza impedisce loro di praticare un aborto non possano fare i ginecologi: facciano i radiologi, i pediatri, i neurologi o quel che pare loro. Il ginecologo no: non possiamo star dietro a quel che chiedono Dio, Allah o TBL alle coscienze di chi ci crede. Se ci pensate, tra l’altro, è quello che avveniva con le forze armate quando era previsto il servizio militare di leva, solo che lì non c’era la religione in mezzo e le cose filavano perfettamente: ciascuno di noi era libero di fare l’obiettore di coscienza, e questo ovviamente comportava anche la perdita immediata di ogni possibilità di partecipare ai concorsi per entrare in polizia, nell’esercito, eccetera. Una cosa sacrosanta: non pretenderete mica che sia possibile far fare il poliziotto a una persona che non userebbe mai una pistola perché obiettore di coscienza? Che ognuno sia libero di decidere secondo coscienza se usare o no una pistola o fare o no il ginecologo, che ogni poliziotto o ginecologo sia ovviamente libero di lasciare il suo lavoro qualora si renda conto che la sua coscienza non gli impedisce di fare quanto gli è richiesto: chiunque sappia però che il mestiere di poliziotto richiede l’essere pronti a usare una pistola, se necessario, e che il mestiere di ginecologo richiede di seguire le pratiche e le norme previste dalla legge e quindi anche praticare un aborto, se necessario. Qualunque autista degli autobus sappia che guiderà un autobus con sopra un manifesto pubblicitario, qualunque sia il messaggio pubblicitario: non sta a lui giudicare e legiferare su quale pubblicità si può fare e quale no. Scivolando su questo terreno, poi, come comportarsi col giudice che giustifica la legittimità delle randellate alla moglie adultera, perché imposte dalla religione, perché inferte secondo coscienza? Certo, esiste una valutazione del danno, esistono varie gradazioni di danno, ma siete sicuri che il danno causato da chi non vende un farmaco o chi non pratica un aborto sia sotto la soglia del tollerabile?
C’è differenza, mi pare, tra la libertà di scegliere che lavoro fare e che lavoro non fare, e la scelta di decidere cosa fare e cosa non fare nell’esercizio del lavoro che si fa. C’è differenza, mi pare, tra l’obiezione di coscienza e la scelta eversiva di rifiutarsi di fare qualcosa che la legge e il diritto ti obbligano a fare. O mi sono perso un pezzo?