Questo sito contribuisce alla audience di IlPost

Fenomeni

Quello secondo cui “Internet cambierà le nostre vite” è uno dei mantra preferiti dai tanti costretti a dire qualcosa a proposito della rete senza conoscerla granché. Se la conoscessero, infatti, sarebbero a conoscenza del fatto che Internet le vite delle persone le ha già cambiate. Internet ha cambiato le vite delle persone nel modo più semplice e rivoluzionario che ci sia, cioè cambiando il modo in cui fanno le cose: il modo in cui si fa la spesa e il modo in cui ci si informa, il modo in cui si parla con gli amici e il modo in cui si prenotano le vacanze, il modo in cui si paga l’elettricista e il modo in cui si fa politica. Cambiano anche, a poco a poco, lo sport e il modo gli spettatori ne fruiscono, tutte cose che fino a oggi erano stato piuttosto ancorate a modalità tradizionali, restando a lungo refrattari alle innovazioni portate dalle nuove tecnologie.

Innovazioni anche piuttosto piccole possono avere però un impatto significativo grazie alla diffusione delle trasmissioni video in streaming, cioè in diretta su internet. Proprio nei giorni scorsi la Ferrari ha deciso di presentare via internet la nuova monoposto in vista del mondiale di Formula 1, e la stessa cosa è stata annunciata dalla Yamaha, che il 2 febbraio presenterà online la moto che Valentino Rossi e Jorge Lorenzo cavalcheranno nel corso del Motomondiale 2009. Anche in questo caso la diretta video sarà arricchita da altri contributi: interviste a dirigenti e piloti, gallerie fotografiche dei nuovi telai, dettagliate schede tecniche. Un’offerta particolarmente ricca che forse arriva persino in ritardo, rispetto alle esigenze e alla domanda di attenzione degli italiani rispetto alle nuove tecnologie: lo dimostra il fatto che nel caso della Ferrari oltre cinque milioni di contatti in pochi minuti abbiano fatto andare in tilt il sito della casa di Maranello, che evidentemente non si aspettava di ricevere una tale quantità di spettatori in pochi minuti di trasmissione. Gli stessi toni sensazionalistici con cui è stata annunciata la grande partecipazione degli utenti – tutto quello che avviene su internet è “un fenomeno”, fateci caso – ci dice qualcosa riguardo un certo provincialismo del panorama italiano rispetto alle cose che hanno a che fare con la rete.

C’è dell’altro: la diffusione dei video in streaming rischia di tirare un brutto scherzo anche alle tradizionali trasmissione sportive sulla tv in chiaro o a pagamento. Già oggi diverse reti televisive da tutto il mondo trasmettono il loro segnale in streaming, permettendo così agli utenti della rete di guardare le loro trasmissioni da qualsiasi angolo del globo. La velocità sempre crescente delle connessioni Adsl, poi, garantisce ormai una qualità della trasmissione più che decente. Se si è disposti ad accettare un video di qualità più povera rispetto all’alta definizione del satellite e qualche estemporanea telecronaca in lingua straniera, è possibile in modo del tutto legale collegarsi con le tv cinesi Shangai Sports o CCTV5 e godersi le partite del campionato italiano. Oppure guardare gli incontri dell’NBA sulla tv russa, polacca o argentina. Senza contare i celebri Eurosport e Fox Sports, le cui trasmissioni sono visibili a tutti online.

Non si può ancora parlare di svolte epocali: la televisione si utilizza in modo estremamente semplice e oggi raggiunge la totalità delle persone, mentre guardare online una partita di calcio o un gran premio di Formula 1 richiede alcune competenze tecniche basilari che non tutti possiedono, nonché un pc e una connessione internet. Allo stesso modo, oggi le televisioni tradizionali possono ancora garantire una maggiore qualità del segnale nonché tutti quei commenti, analisi e moviole a cui gli appassionati di sport sono molto legati. Esperimenti come quello fatto dalla Ferrari ci dicono che in Italia esiste già un pubblico che è pronto a fruire informazioni e notizie che riguardano lo sport in un modo diverso da quello convenzionale. Vedremo se almeno questa volta la televisione e lo sport saranno in grado di guidare un cambiamento concreto nella direzione della multimedialità o se – come è già avvenuto in altri prestigiosi settori – sarà internet a dettare i tempi e i modi del rinnovamento, costringendo il cosiddetto show business all’ennesima faticosa rincorsa.

(per l’Unità)