Antropologia politica
La guerra per bande in corso tra le procure di Salerno e Catanzaro è molto più di un colpo al prestigio della magistratura. Rappresenta la pietra tombale sulla narrativa della rivoluzione giudiziaria, l’illusione che la politica italiana potesse essere rinnovata facendo leva sull’iniziativa dei giudici. Quella narrativa ha accompagnato gli ultimi due decenni di storia nazionale lungo le linee di un inedito bipolarismo politico-giudiziario. Da una parte, nella sinistra post-azionista e post-comunista, coloro che hanno creduto di far vidimare la propria patente di diversità morale nelle aule di tribunale. Dall’altra, una destra berlusconiana che si è fatta vanto e forza anche elettorale di un pregiudizio anti-magistrati a sfondo qualunquistico assai più che garantista.