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Una squadra fortissimi

A una settimana esatta dalla presentazione della squadra che dovrà affrontare la difficile situazione economica, è attesa per oggi, primo dicembre, la conferenza stampa con cui il presidente-eletto Barack Obama presenterà la sua squadra per la politica estera e la sicurezza nazionale. Una presentazione che cade in un momento quanto mai opportuno, dato che gli attentati di Mumbai hanno riportato la lotta al terrorismo in testa alle preoccupazioni dei cittadini americani.

Le nomine – L’attesa più grande ovviamente è per la nomina a Segretario di Stato di Hillary Clinton, già avversaria di Barack Obama alle primarie dei democratici. Si è speculato a lungo sulle possibili implicazioni della nomina di Hillary, specie in virtù dell’influenza e degli interessi di suo marito Bill. Nei giorni scorsi però l’ex-presidente Clinton ha sottoscritto un accordo con l’amministrazione Obama che lo vincola a rendere pubblico l’elenco degli oltre 200mila donatori che dal 1997 hanno contribuito alla causa della fondazione che porta il suo nome. Altri dettagli dell’accordo impegnano il 42simo presidente a non organizzare eventi e convegni all’estero, a non accettare donazioni da governi di altri paesi e a sottoporre a una verifica del dipartimento di Stato i discorsi pubblici che terrà durante il periodo in cui sua moglie presterà servizio nell’amministrazione Obama.

Ci sono però altri nomi interessanti nelle nomine del presidente-eletto. La nomina di Eric Holder (57 anni) ad Attorney general metterà per la prima volta un afroamericano alla testa del Dipartimento della Giustizia. Holder, contrario al Patriot Act e favorevole alla chiusura della base di Guantanamo, aveva già collaborato col team di Obama partecipando alla scelta del candidato vicepresidente. Il dipartimento per la Sicurezza Nazionale sarà invece affidato a una donna, l’attuale governatrice dell’Arizona Janet Napolitano. Napolitano, 51 anni, è italo-americana e fu uno tra i primi governatori democratici a dare il proprio endorsement a Barack Obama: si insedia nel terzo dipartimento del gabinetto americano per numero di impiegati, e si occuperà della sicurezza dei cittadini americani all’interno dei confini della nazione. Chi si dovrà a occupare della difesa degli interessi americani al di fuori dei confini sarà invece il capo del dipartimento della Difesa nonché capo del Pentagono, e Barack Obama è intenzionato a confermare l’incarico al repubblicano Robert Gates. Gates (65 anni) ha servito l’amministrazione Bush negli ultimi quattro anni ma è un repubblicano atipico: negli ultimi quattro anni ha capovolto la dottrina Rumsfeld rimettendo in sesto il Pentagono e ponendo le basi perché, grazie al surge guidato dal gen. Petraeus, la situazione in Iraq possa consentire alle truppe americane di iniziare un graduale ritiro già dal prossimo anno. Le ultime due nomine relative alla sicurezza nazionale riguardano un’altra donna, Susan Rice, 44 anni, prossima ambasciatrice degli Stati Uniti d’America alle Nazioni Unite, e James Logan Jones, 65 anni, ex-generale di grande esperienza, che sarà il consigliere di Barack Obama per la sicurezza nazionale.

Team of rivals – Molti hanno definito la squadra di Obama un “team of rivals”, squadra di rivali, per dire del numero di personalità di spicco – a volte anche ex-avversari del presidente-eletto, come nel caso di Hillary – che faranno parte del suo gabinetto. Con queste nomine Obama si assicura la partecipazione al suo gabinetto di alcune tra le migliori intelligenze del paese, e riesce così a evitare che qualcuno dei suoi ex-rivali possa mettergli i bastoni tra le ruote al Congresso e remargli contro. In passato, diversi personaggi politici hanno guadagnato grande popolarità opponendosi dall’aula del Senato alle decisioni di un presidente del proprio partito – basta ricordare Ted Kennedy con Jimmy Carter, e John McCain con George W. Bush – e così il presidente Obama manda un messaggio chiaro ai suoi ex-rivali: se affondo io, affondiamo tutti; se vado forte io, andate forte tutti. Una volta di più, ritorna uno dei tratti caratteristici di Obama più popolari e apprezzati dagli elettori: il richiamo all’unità nazionale e allo spirito bipartisan.

E il cambiamento? – Davanti alla conferma di Gates al Pentagono e alle nomine di diversi personaggi già coinvolti a diverso titolo nelle due amministrazioni Clinton, alcuni gruppi di sostenitori di Obama hanno iniziato a storcere il naso, lamentando l’assenza di quel cambiamento che il presidente-eletto aveva promesso in campagna elettorale. Obama nei giorni scorsi aveva risposto a queste osservazioni: «Gli americani sarebbero profondamente preoccupati se non tenessi in considerazione personalità con esperienze di governo in un tale momento di crisi. Dobbiamo superare la tesi per cui se hai servito in una precedente amministrazione democratica sei in qualche modo escluso dal poter servire nuovamente il Presidente. Il mio compito è determinare la direzione in cui andare, la vision, e assicurarmi che il mio team stia lavorando per arrivarci».

Quando mancano 50 giorni al giuramento, la crisi economica non accenna a frenare e l’allarme terrorismo è vivo più che mai, la squadra di Obama ha ormai preso forma: un mix di talento, esperienza e rinnovamento guidato dal presidente in cui confida gran parte dell’America e del mondo. Per voltare pagina.

(per l’Unità)