Questo sito contribuisce alla audience di IlPost

Compriamoci Rove, altro che Obama

Questa è una lunga lista di cose da fare. Ma i partiti che sono stati stracciati in diverse elezioni consecutive hanno sempre tanto lavoro da fare.

Di seguito trovate la traduzione di questo bell’articolo che Karl Rove ha scritto per Newsweek, delineando una road map per trascinare il partito repubblicano fuori dalle secche in cui si trova. Leggere quest’articolo è molto istruttivo, specie se compariamo il tutto alla strategia messa in campo del Partito Democratico italiano all’indomani della sconfitta alle ultime politiche. Ci sarebbe molto da imparare, anche dai repubblicani

Una via d’uscita dalla palude
Siamo stati stracciati in due elezioni consecutive, ma non possiamo rifugiarci nel passato. Il futuro è già qui.
di Karl Rove

Sì, abbiamo perso le elezioni. Ma in un anno in cui tutto andava contro i Repubblicani e la nostra campagna era scialba e bizzarra, Barack Obama ha preso solo 3,1 punti percentuali in più di quanti ne prese Al Gore nel 2000 e solo 4,6 in più di quelli che prese John Kerry nel 2004. La vittoria dei Democratici può trasformarsi in un ciclo solo se i Repubblicani lo permetteranno facendo le mosse sbagliate.

Perdere le elezioni ci ha trascinati nel solito dibattito tra chi sostiene la necessità del GOP di tornare alla sua tradizionalismo reaganiano e chi chiede di intraprendere un corso innovativo. Questa gara a chi urla di più – sapientemente guidata da personaggi abbastanza scafati – ci mostra una scelta sterile e inutile. Il partito dovrebbe abbracciare sia la tradizione che l’innovazione; i militanti repubblicani vogliono applicare gli intramontabili principî conservatori alle nuove circostanze che l’America si trova ad affrontare.

Nel prossimo anno, ci distingueremo più per quello a cui ci opporremo piuttosto che per quello che proponiamo; saranno il presidente-eletto e i democratici al Congresso a controllare l’agenda. Dobbiamo scegliere con attenzione le battaglie da combattere e focalizzarle attorno ai principî. L’obiettivo è far emergere nitidamente quelle differenze che mostrino il GOP come il partito più ragionevole, seducente e promettente – il che è più facile a dirsi che a farsi. Una strategia:

1. Evitare l’opposizione stupida e gratuita. Dovremmo appoggiare il Presidente Obama quando ha ragione (Afghanistan), persuaderlo quando sembra essere sulla buona strada (mercato) e opporsi quando pensiamo abbia torto (tasse). Il compito del Partito Repubblicano è renderlo responsabile solo sul merito delle cose.

2. Essere a proprio agio parlando di sanità e istruzione così come quando parliamo di sicurezza nazionale e tasse. Le proposte dei repubblicani sul sistema sanitario sono forti; possono battere facilmente l’idea di strapotere del governo federale che hanno i democratici, ma solo se le sosteniamo con chiarezza, passione e convinzione.
Dobbiamo spingere fino alla nausea sul fatto che il GOP vuole che le famiglie siano capaci di risparmiare dei soldi, liberi dalla tassazione, per quelle spese mediche che sono troppo ingenti. La gente dovrebbe essere libera di scegliere dove farsi la propria assicurazione. Puoi comprare l’assicurazione per la tua auto da chiunque in America, anche da una lucertola, perché non dovrebbe essere la stessa cosa con l’assicurazione sanitaria? Un mercato nazionale significherebbe che il costo della copertura per un 25enne non sia a New York quattro volte quello che costa in Pennsylvania. Single e famiglie, non solo aziende, dovrebbero avere uno sconto fiscale per comprare assicurazioni sanitarie. E dobbiamo smettere di gettare fango a quelle dottrine giuridiche che chiedono una legge sulla copertura sanitaria universale.

3. Vincere la guerra al terrorismo è una questione di sopravvivenza della nazione. I repubblicani devono essere i migliori alleati del Presidente Obama nell’intraprendere una guerra implacabile contro i terroristi, e spronarlo in modo trasparente se dovesse essere debole o titubante.

4. I repubblicani devono recuperare terreno in alcune importanti fasce dell’elettorato. Gli elettori tra i 18 e i 29 anni hanno votato democratico nella misura di due ogni uno. Un’agenda di politiche ambientali in linea con la nostra idea di mercato potrebbe aiutarci a riconquistarli. Gli ispanici che votano repubblicano sono passati dal 44% del 2004 al 31% del 2008. Il GOP non può essere il partito di maggioranza se cede i giovani e gli ispanici ai democratici. I repubblicani devono trovare il modo di sostenere la sicurezza dei confini, un programma per il lavoro degli immigrati e una riforma comprensiva sull’immigrazione che rafforzi la cittadinanza, faccia crescere la nostra economia e faccia dell’America una nazione accogliente. Un comportamento anti-ispanici sarebbe suicida. Come partito di Lincoln, i repubblicani hanno l’obbligo morale di far proprie le istanze degli ispanici, dei neri e degli asiatici che condividono i nostri valori. Se vedremo o no una rimonta nel 2010, dipenderà da questo.
Vincere richiede sommare, non sottrarre. Anche se la forza del GOP è in provincia e nelle piccole città, non possiamo arrenderci al perdere l’America di città, specie se vogliamo vincere in stati come la Pennsylvania, il Michigan e l’Ohio, e riguadagnare forza in New England.

5. Adesso, la faccia del nostro partito è la sua guida al Congresso. Il prossimo anno, la risposta del partito all’agenda democratica determinerà massicciamente la velocità di recupero del partito. I repubblicani al Senato e alla Camera saranno osservati molto di più di qualsiasi altra carica e più di qualsiasi aspirante nel 2012. Il sen. Mitch McConnell e John Boehner devono mettere al centro della scena i membri delle camere più persuasivi e attraenti: Richard Burr e Jon Kyl al Senato, e Paul Ryan, Eric Cantor, Mike Pence, Cathy McMorris, Peter Roskam e Kevin McCarthy alla Camera, per esempio. Dovrebbero portare avanti le nostre idee tutte le volte che il Congresso e l’amministrazione litigheranno sull’economia, sulla spesa, sulle tasse, sulla sanità, sull’energia, sull’istruzione, sui valori e sulla difesa.

6. Avere buoni candidati è essenziale. Il ritorno del partito repubblicano può iniziare già nel 2010. Nelle prime elezioni di midterm, già dalla seconda guerra mondiale, il partito sconfitto alle presidenziali ha guadagnato come minimo due seggi al Senato; dal 1966, ha guadagnato almeno 6 governatori, 63 seggi nei senati statali e 262 seggi nelle camere degli stati. I repubblicani possono fare di meglio nel 2010, ma solo reclutando candidati forti. Il loro addestramento inizia adesso. Gli stati rimangono il luogo migliore in cui trovare candidati alle presidenziali e idee nuove, quindi eleggiamo più governatori.
C’è un’altra ragione per cui la gara dei governatori e i seggi al senato dei singoli stati devono essere una proprità nel 2010: la riorganizzazione dei distretti del 2011. Sette voti elettorali (e seggi al congresso) si muoveranno da stati blu a stati rossi e ogni distretto per la Camera sarà ridisegnato.

7. Lasciare che ogni pretendente alle presidenziali del 2012 vada liberamente; non c’è bisogno di soffocare le candidature e le aspirazioni di nessuno. I repubblicani credono nel mercato, quindi perché non lasciare che sia il mercato delle idee, dei fatti e della persuasione a distinguere il campo? Sarah Palin sarà tenuta a performance migliori rispetto a quelle delle sue nove settimane di campagna elettorale da candidata alla vicepresidenza; gli elettori vogliono vedere se saprà migliorare il suo gioco. Lei è intelligente, ma è poco chiaro fino a che punto i suoi consiglieri in Alaska sapranno fare di lei una giocatrice duratura sulla scena nazionale.
Malgrado tutto, un consenso riguardo chi dovrebbe essere il nostro prossimo titolare dovrebbe svilupparsi in maniera organica, senza essere forzata dalle intenzioni di certi intellettuali di stroncare certe campagne sul nascere, come qualcuno ha fatto con Sarah Palin. Abbiamo bisogno di più persone, non meno, per prenderci lo spazio per un tentativo. Piuttosto che dichiarare inaccettabile un possibile candidato, perché non sostenere e appoggiare persone che sarebbero attraenti ed efficaci?

8. Chiunque sia interessato al 2012 deve dare una mano nel 2010. I repubblicani dovrebbero ricordarsi di quandi candidati alle presidenziali hanno aiutato il partito a mobilitare la base, raccogliere fondi, incoraggiare bravi candidati e articolare un messaggio forte. Palin, Romney, Gingrich, Pawlenty, Huckabee, Jindal, Giuliani: se vuoi guidare il nostro ticket, guadagnatelo con un po’ di buona volontà.
Think-tank come la Heritage Foundation, l’Ethics and Public Policy Center, l’Hoover Institution, l’American Enterprise Institute, il Manhattan Institute sono pieni di scrittori e idee che dovrebbero essere disegnate dentro l’orbita di questi potenziali candidati.

9. La nostra cultura conta. Le suggestioni per cui dovremmo abbandonare il conservatorismo sociale, inclusa la nostra agenda pro-life, dovrebbe essere ignorata. Quei valori sono più popolari di quanto non lo sia lo stesso GOP. L’era dell’ecografie ha portato i giovani elettori a essere una generazione più pro-life di quanto non fossero le precedenti. E la California e la Florida hanno approvato emendamenti sul matrimonio omosessuale proprio mentre McCain perdeva entrambi gli stati. I repubblicani, nel ridefinire la loro agenda valoriale, hanno bisogno di risultare moralmente più seri che sputasentenze. Oltre 4 milioni di americani che vanno in chiesa almeno una volta la settimana e hanno votato nel 2004, sono rimasti a casa nel 2008. Loro rappresentano metà del distacco tra Obama e McCain.

10. Il GOP deve governare i nuovi media. Oggi, oltre il 70% degli americani dice di trovare notizie online; il 37% le cerca quotidianamente. I democratici hanno sviluppato con successo degli strumenti per esporre le loro cause online, e i repubblicani dovrebbero impiegare più tempo ed energie nel fare lo stesso. La rete del 2004 è morta.

Questa è una lunga lista di cose da fare. Ma i partiti che sono stati stracciati in diverse elezioni consecutive hanno sempre tanto lavoro da fare. Nonostante questo i repubblicani, riconoscendo la dimensione delle sfide che hanno davanti, non dovrebbero disperarsi: il Presidente Obama e i democratici al Congresso saranno, giustamente o no, responsabili di tutti i problemi che sorgeranno. Noi restiamo una nazione di centro-destra, e il GOP rimane un partito di centrodestra basato su un conservatorismo ottimista.

E la fortuna politica gira con rapidità. Nel 1992, Bill Clinton saltò in cima al mondo politico; nel 1994 era stato sconfitto dai repubblicani e perse il controllo della Camera. Non possiamo contare in un replay del 1994, ma possiamo fare delle cose che renderanno il 2010 un bell’anno – e, con un po’ di fortuna e bravura, un gran bell’anno. I democratici controllano le leve del potere, ma i reppublcani sono ancora in controllo del loro destino.